Roma, 14 ago. - (Adnkronos) - Da qui al 2050 il riscaldamento globale rappresenterà una concreta minaccia per le infrastrutture. A lanciare l’allarme è Sensoworks, la startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme tecnologiche multilivello. "Nel momento in cui vennero ideati, i ponti del Belpaese sono stati costruiti benissimo ed anche la manutenzione è stata efficiente ed adeguata. Oggi però le nuove tecnologie consentono di fare di più: il monitoraggio dinamico deve prendere il posto di quello statico" sottolinea Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks. Di fatto aumentano di frequenza e di durata le ondate di calore che con il passare degli anni diventano sempre più estreme. Nel Mediterraneo l’accelerazione è stata drastica: dal 1980 ad oggi si sono aggiunti 6,5 giorni di caldo estremo ogni decennio, una situazione che diventerà ancora più critica nel ventennio 2030-2050. "Da qui al 2050 il riscaldamento globale metterà a rischio la sicurezza delle infrastrutture a livello mondiale" avvisano gli esperti di Sensoworks. E non è solo il caldo ma anche il conseguente incremento dei periodi di alluvione, delle tempeste e degli uragani. Fenomeni climatici che sono aumentati in quasi ogni parte del mondo, sia in frequenza che in durata. Secondo il Centre of Excellence for Climate Extremes (Clex), centro di ricerca australiano, la somma delle anomalie di temperatura rispetto una determinata soglia durante i giorni di ondata di calore (calore cumulativo) sta aumentando in media a livello globale in una forbice che varia da 1 a 4,5 gradi Celsius ogni decennio. Ma in Medio Oriente ed in certe zone dell’Africa e del Sud America l’aumento raggiunge anche i 10 gradi Celsius. "Sottovalutare questa situazione sarebbe un errore. Ma con il monitoraggio dinamico sarà possibile risolvere fin d’ora il problema infrastrutturale" sottolinea De Carlo.