Roma, 28 ago. - (Adnkronos) - “La presenza di attività criminali relative ai rifiuti è una minaccia crescente che getta le sue radici in un problema più profondo: l'incapacità di gestire sia l’utilizzo che la nostra produzione di plastica". Così Isabella Pratesi, direttore conservazione di Wwf Italia, commenta il nuovo rapporto dell'Interpol che evidenzia di fatto una vera e propria 'Plastica Connection' un aumento dell’attività criminale nel traffico globale di rifiuti, contro il quale l'associazione del Panda chiede con urgenza che sia messa in campo un'azione globale da parte di governi, forze dell'ordine, imprese e consumatori. "A fianco del crescente e pervasivo inquinamento da plastica sugli ecosistemi marini e gli studi che dimostrano l’esposizione degli organismi viventi, compresi noi umani, a nano e microplastiche che pervadono ogni angolo del pianeta, ora assistiamo anche alle sue implicazioni criminali - continua Pratesi - L’unica soluzione per affrontare questa crisi che ormai trascende i confini nazionali è un cambiamento dell’intero sistema e una maggiore responsabilità". "Dobbiamo essere consapevoli che i rifiuti di plastica sono un vero e proprio business criminale, che mette a rischio la salute del pianeta, partendo da quella del mare. Il Wwf chiede ai leader mondiali di unirsi per un trattato globale che affronti l'inquinamento marino da plastica”, conclude. A seguito della richiesta di Interpol per una maggiore cooperazione internazionale e tra le forze dell'ordine, il Wwf ha delineato una serie di ulteriori raccomandazioni richieste per una risposta internazionale da parte dei governi. Accelerare i negoziati per un accordo globale legalmente vincolante con piani d'azione e regolamenti nazionali chiari, compreso il supporto per la gestione dei rifiuti nei paesi a basso reddito; rafforzare i meccanismi esistenti come l'eliminazione graduale della plastica monouso, il miglioramento della capacità di riciclaggio domestico nei mercati sviluppati e la risoluzione delle lacune nella gestione dei rifiuti nelle economie in via di sviluppo; innovare e ampliare le alternative alla plastica rispettose dell'ambiente; investire nella ricerca e nello sviluppo di capacità per migliorare il monitoraggio e l'applicazione delle norme sui rifiuti di plastica. Intanto sta crescendo la spinta per un quadro globale completo che affronti l'inquinamento da plastica alla fonte. Circa 2 milioni di persone in tutto il mondo hanno firmato una petizione del Wwf che esorta i propri governi a stabilire un trattato globale legalmente vincolante per affrontare l'inquinamento marino da plastica e 133 Paesi hanno già espresso il loro sostegno ad esplorare l'opzione di un accordo globale. In Italia, nell’ambito della Campagna GenerAzioneMare, il Wwf ha promosso ad agosto una nuova community “Con Wwf per un mondo Plastic Free”, che in pochi giorni ha raggiunto oltre 1.000 iscritti da tutta Italia, molti dei quali hanno risposto anche all’appello svolgendo la propria azione di pulizia dei litorali in un inedito “Self Tour Plastic Free”. A settembre verranno resi noti i risultati del Tour e le curiosità di questa iniziativa.