Roma, 28 ago. - (Adnkronos) - Inizia oggi una mobilitazione globale di tre giorni dei Fridays for Future per l’Amazzonia. Tre le richieste principali: fermare la deforestazione e le violazioni dei diritti umani; rendere le filiere sostenibili e diminuire drasticamente la produzione, il commercio e il consumo di carne e prodotti strettamente legate alla distruzione delle foreste e alle violazioni dei diritti umani; bloccare l’accordo tra Unione Europea e Mercosur. Queste richieste arrivano in un momento drammatico: sebbene l’Amazzonia sia essenziale per la vita dei Popoli Indigeni e per la protezione del clima del Pianeta, la crescente deforestazione rischia di portare questa foresta pluviale tropicale ad un punto di non ritorno, trasformandola in un ecosistema più simile a quello di una savana, sebbene con molta meno biodiversità. Al fianco dei Fridays for Future si schiera Greenpeace mettendo a disposizione i propri canali social internazionali e invitando i propri volontari a unirsi all’iniziativa. “Gli incendi continuano a divampare e solo nel mese di luglio sono andati in fumo 3.515 chilometri quadrati di foresta. Oltre che dal fuoco, i Popoli Indigeni, guardiani della foresta, devono difendere l’Amazzonia dalle invasioni degli accaparratori di terre, che utilizzano gli incendi come pretesto per espandere pascoli per il bestiame, piantagioni e attività di estrazione mineraria", dichiara Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia. “Quel che sta accadendo in Amazzonia ci riguarda molto da vicino: l’Unione europea sta infatti discutendo l’approvazione del Mercosur, un accordo commerciale con Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. Se approvato - continua - creerebbe un quadro giuridico ed economico destinato ad aumentare il commercio, e quindi la produzione e il consumo, di carne, mangimi, biocarburanti e altri prodotti già fortemente legati alla distruzione dell’Amazzonia, all’agricoltura industriale, alla crisi climatica in corso e alla violazione dei diritti umani”.