Fisco, Assobibe-Confagricoltura: "Con sugar tax a rischio 5 mila posti lavoro e 250 mln fatturati"
Parma, 1 set. (Adnkronos) - A causa della Sugar Tax si prevede un -17% sui consumi domestici (-12% bevande gassate e -30% bevande non gassate), con conseguenti ricadute sugli operatori della distribuzione; mentre sul canale “fuori casa” - già fortemente in sofferenza a causa delle limitazioni Covid in ristoranti, bar e pubblici esercizi - è previsto un -9% (sempre a volume) delle vendite con riflessi negativi su grossisti, distributori e punti vendita. E' quanto è emerso al convegno “La filiera delle bevande analcoliche, rischi e opportunità” che si è tenuto oggi all’interno di Cibus, il Salone Internazionale dell’alimentazione giunto alla 20° edizione, organizzato da Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche e Confagricoltura.
Nel convegno è stato posto anche l'accento sui rischi di perdita in termini di fatturato, investimenti e posti di lavoro che l’introduzione della Sugar Tax comporterà. Tanto che si stima che siano a rischio 5 mila posti di lavoro e 250 milioni annui di approvvigionamenti sul mercato italiano.
Sono stati presentati i dati della ricerca commissionata da Assobibe a Nomisma dal titolo “Il settore delle bevande analcoliche in Italia nell’era post covid”, è stata data voce alle preoccupazioni di un intero settore in merito alle incertezze dei prossimi mesi e alle conseguenze dell’entrata in vigore della Sugar Tax, prevista per il prossimo 1° gennaio 2022.
L’introduzione dell’imposta, che comporterà un incremento della fiscalità del 28%, penalizzerà i consumi, con ripercussioni negative su ogni anello della filiera legate alle minori attività e conseguente rischio di perdita di posti di lavoro. Tra i dati illustrati, alla presenza di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, il rischio di perdita di posti di lavoro per oltre 5.000 lavoratori.
A risentire maggiormente degli impatti socio-economici della Sugar Tax saranno le pmi, ben il 64% delle aziende totali del settore e custodi della tradizione alimentare italiana; non rimarranno illese le aziende della filiera, con i fornitori che vedranno un calo di acquisti di materie prime food e non food per 250 milioni.
“La Sugar Tax - aggiunge il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - rischia inoltre di dare il colpo di grazia al comparto saccarifero nazionale, già fortemente danneggiato dalla liberalizzazione delle quote che ha contribuito alla decimazione del numero di imprese e di zuccherifici. Sarebbe piuttosto opportuno individuare misure che siano adeguate ed effettivamente funzionali all’obiettivo di garantire la salvaguardia della salute e del benessere. La tassa andrebbe a ripercuotersi direttamente sulla filiera dei succhi di frutta italiani, aprendo la strada al Nutriscore, il sistema di etichettatura basato esclusivamente su quantità standard di assunzione, senza tenere conto della qualità e della tipicità di bevande e cibi”. Al convegno hanno partecipato anche Ivano Vacondio, presidente Federalimentare, Paolo De Castro coordinatore S&D Commissione Agricoltura Parlamento Europeo, Stefano Marini ad Gruppo Sanpellegrino e vicepresidente Assobibe, Emanuele di Faustino, project manager Nomisma e i segretari generali di Fai-Cisl Onofrio Rota, Flai-Cgil Giovanni Mininni e Uila-Uil Stefano Mantegazza.