Regionali Lazio, Astorre (Pd): "Primarie? Si decide dopo l'estate"
Ora avanti su programma, poi ragioneremo su candidato unitario o gazebo - Leodori e D'Amato? Loro disponibilità resta
Roma, 8 lug. (Adnkronos) - "Come andiamo avanti? Siamo al lavoro. Oggi vediamo la coalizione. Alle 15 c'è una riunione di tutta la coalizione al governo con Zingaretti. Tranne Azione che per il momento si tiene fuori dal tavolo, sia qui che in Lombardia e Sicilia, in attesa di vedere quali saranno le candidature". Bruno Astorre, segretario del Pd Lazio, risponde così all'Adnkronos dopo le tensioni degli ultimi giorni sulle prossime elezioni regionali e l'incontro con il segretario Enrico Letta che ha richiamato i dem all'unità e rinviato il nodo candidature a dopo l'estate.
"Anche a seguito dell'incontro con Letta oggi al tavolo della coalizione -spiega Astorre- proporrò di andare avanti con il percorso già stabilito ovvero lavorare in tempi serrati sui pilastri del programma e la carta d'intenti e quindi arrivare alla firma della carta d'intenti e alla presentazione della coalizione. Poi dopo l'estate, ai primi di settembre, ragioneremo sul candidato presidente o sulle modalità di scelta del candidato presidente".
Quindi, candidato unitario oppure primarie? "Sì, le primarie non escluse. Ma vedremo". Letta le ha stoppate e ora che succede a chi si era già candidato come Alessio D'Amato e Daniele Leodori? "I candidati sono tre. Oltre a Leodori e D'Amato si è proposta anche Marta Bonafoni. Che succede? Hanno dato la loro disponibilità a candidarsi nel caso ci fossero le primarie. La disponibilità resta ma attenderanno le decisioni del tavolo della coalizione".
Per Patrizia Prestipino, deputata Pd, le primarie sarebbero una via da evitare. "Parlare oggi di primarie nel Lazio significa abbandonare il Pd a una guerra intestina senza quartiere. Abbiamo bisogno di tutto questo, in un momento così delicato per tutto il Paese? Io credo proprio di no"Se si potesse arrivare a un nome unitario sarebbe la scelte migliore".
"Io parlo ricordando la mia esperienza alle primarie del 2013 a Roma. Una bella esperienza, ma che lasciò ferite profondissime nel Pd, lacerazioni e divisioni mai sanate capaci di compromettere l'evoluzione politica e etica del partito e dell'intera città -spiega all'Adnkronos la deputata dem-. Oggi, visti i posizionamenti in campo, si riproporrebbe una cosa simile a quella di allora, con pezzi di partito anche forti che si andrebbero a scontrare. Se si potesse evitare sarebbe certo meglio".
Prestipino prosegue: "Allora dico che ha ragione Letta, che è stato chiaro: adesso non è il momento dei nomi. Ora si pensi all'alleanza e al programma e poi sull'alleanza e su un programma innovativo si può trovare un candidato o una candidata unitaria".
Intanto, però, alcuni nomi sono già in campo. Come si può procedere? "Se le persone in campo hanno buon senso e amore per il partito e per la coalizione devono prendere atto di quello che ha detto il Nazareno e anche la maggioranza del partito -replica Prestipino-. Oggi avremmo in campo nomi come D'Amato e Leodori di cui tutti abbiamo stima e grande considerazione. Ma c'è il rischio che dietro questi nomi autorevoli si creino dei posizionamenti che con l'auitorevolezza non hanno poco o nulla a che vedere". Prestipino sottolinea ancora: "Non si può certo obbligare nessuno, ma a tutti si può chiedere un atto di generosità e buon senso, se il segretario nazionale si è espresso in modo così chiaro: se stai saldamente su programma e coalizione la soluzione si trova in modo naturale".