Roma, 18 set. (Adnkronos/Labitalia) - "Era lecito aspettarsi che dopo anni così faticosi si sarebbe fatto di tutto per minimizzare il più possibile le interruzioni ma per migliaia di istituti scolastici si prospetta già un primo stop alle attività didattiche legate alle imminenti elezioni politiche. Al posto dei banchi, saranno installate cabine elettorali e le redini di quegli spazi passeranno ai presidenti di seggio chiamati a gestire le prime elezioni politiche nell’era post Covid. Si poteva fare di più per impedirlo? Sicuramente sì". E' il monito di Centro Studi Enti Locali (Csel), in un dossier per Adnkronos basato sui dati, aggiornati al 2021, del ministero dell’Interno. "L’anno scolastico 2022-2023 è partito sotto il segno del superamento della didattica a distanza - ricorda Csel - e di molte delle misure adottate nel precedente biennio per fronteggiare l’emergenza pandemica. Salvo cambiamenti in corsa legati al riacutizzarsi dell’emergenza pandemica, quello appena iniziato dovrebbe quindi essere un anno caratterizzato da una maggiore continuità rispetto ai precedenti, fortemente condizionati da lunghe assenze dalle aule causate da lockdown e quarantene. Stando alle stime di 'Save the children', nel primo anno dall’inizio della pandemia, bambini e adolescenti di tutto il mondo hanno perso in media 74 giorni di istruzione ciascuno. La didattica a distanza è stato un prezioso alleato per tamponare gli effetti delle ripetute e prolungate interruzioni della frequenza scolastica, ma è opinione diffusa che questo strumento non sia stato in grado di sopperire in toto a ciò che l’assenza dalle aule ha comportato. Questo sia per limiti oggettivi connaturati allo strumento stesso che per i diversi livelli di alfabetizzazione digitale e accesso a dispositivi adeguati a fruirne in maniera proficua". "Sul tema era stato lanciato, mesi fa, l’ennesimo appello da parte dell’associazione che rappresenta i presidi italiani - sottolinea - che più volte ha invocato il cambio di rotta evidenziando quanto questa prassi danneggi gli studenti. Recentemente sono state avviate anche delle campagne social che evidenziano come questa pausa si sommi ai disagi causati alle famiglie dai consueti ritardi nell’avvio dei servizi correlati al mondo scuola (mensa e trasporti) che, nella stragrande maggioranza dei casi, portano ogni anno ad avere orari ridotti per settimane".