Inchiesta covid, Crisanti: "Perizia non è atto d'accusa"
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - "Ho semplicemente accolto l'invito della procura, la perizia è stata consegnata più di un anno fa, è un documento tecnico-scientifico in cui la procura mi ha chiesto di ricostruire i fatti. Non è un atto d'accusa". Così Andrea Crisanti, microbiologo e consulente della procura di Bergamo nell'inchiesta sul Covid che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di nomi eccellenti come l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, oltre ai vertici della Regione Lombardia e dei componenti del Cts. Crisanti ribadisce "che è stato un errore non capire che con i dati di Vo', bisognava chiudere tutta la Lombardia. L'ho detto in un'intervista del 26 febbraio 2020", ha spiegato ospite della trasmissione 'Mezz'ora in più'.
"Sicuramente la pandemia è stata affrontata con grande dedizione dal personale medico, ne sono testimone di quanto si sia prodigato come tantissimi politici si sono prodigati, ma il problema non è di essersi impegnati: bisogna riconoscere, e questo va al di là della perizia, che ci sono Paesi che hanno fatto molto bene, ci sono Paesi che hanno fatto mediocramente e altri che hanno fatto male. Noi siamo in mezzo", ha sottolineato.
"Chiudere gli occhi di fronte a un disastro significa aprire la strada al prossimo disastro. I disastri vanno indagati", ha aggiunto. "Ci sono stati tantissimi disastri al mondo e questo non significa che non bisogna studiarli, quindi dire siamo tutti assolti e va tutto bene, significa aprire la strada per riproporre una situazione di impreparazione - ha sottolineato Crisanti - Non è che se c'è un disastro non si devono indagare le cause, io penso come i parenti delle vittime che avere un eccesso di 6mila morti è un disastro". Il riferimento numerico è al numero di morti registrato nella provincia di Bergamo nella primavera del 2020, quando il virus ha colpito in particolare la Val Seriana. Proprio dagli esposti dei familiari delle vittime è nata l'inchiesta della procura orobica.
"Mai come ora mi sono reso conto che il prezzo dell'integrità è la solitudine", ha affermato il microbiologo e senatore Pd, spiegando di non aver avuto chiarimenti con nessuno, neppure con l'ex ministro Roberto Speranza che risulta tra gli indagati. "Penso che non sia opportuno perché è in campo l'inchiesta".