Ucraina, la giornalista Kudryk: "Giusto non cedere un centimetro a Bakhmut"
Roma, 10 mar. (Adnkronos) - La posizione "ferma" del governo e dei vertici militari ucraini su Bakhmut è "giusta", bisogna "andare avanti e non cedere neanche un centimetro di territorio ai russi". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos Nataliya Kudryk, giornalista di Radio Free Europe/Radio Liberty, commentando la situazione nella città sotto assedio del Donbass, dove da settimane si combatte aspramente e si contano numerose vittime.
Nel Paese c'è un sentimento di "forte resistenza" e si fa largo l'idea che "una volta abbandonata Bakhmut, altre vite umane saranno comunque sacrificate per la difesa di altri villaggi", prosegue la giornalista, secondo cui anche se è la "triste realtà" della guerra, il governo "ha preso questa strada e deve andare fino in fondo. Se gli lasci anche solo un centimetro, questo nemico così barbaro vorrà sempre di più, come ci insegna anche la storia".
La giornalista cita quindi dei sondaggi condotti in Ucraina che indicano l'appoggio dell'opinione pubblica alle posizioni del governo. "Oltre il 90% pensa che dobbiamo resistere e, come leggo dalle testimonianze dei soldati a Bakhmut, c'è la convinzione che finché possono resistere non devono cedere così da indebolire anche le risorse del nemico", spiega.
Sulla situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, ieri di nuovo scollegata dalla rete elettrica a seguito degli attacchi missilistici russi, Kudryk ritiene che "i vertici Ue e le organizzazioni come l'Aiea responsabili della sicurezza atomica "debbano prestare più attenzione, fare qualcosa in più" per garantire la protezione dell'impianto.
Nelle centrale i russi hanno creato "una base militare", fatto "inaccettabile" in un sito così delicato, e "tengono in ostaggio i dipendenti ucraini" che non sono potuti scappare. Su di loro, rimarca la giornalista, i russi "stanno facendo pressioni psicologiche terribili, costringendoli a lavorare per Rosatom", l'agenzia nucleare russa. Nel caso si rifiutino di farlo, aggiunge, "minacciano di rubare e deportare in Russia i loro figli".
Kudryk sottolinea infine che non ci sia più spazio per il negoziato e che, come ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelensky, l'unica soluzione per mettere fine alla guerra sia "fornire armi all'Ucraina". "Sì purtroppo questa è l'unica risposta", ribadisce la giornalista, ricordando come prima del 24 febbraio 2022, data dell'invasione russa, fossero stati fatti "invano" molti sforzi diplomatici da parte dei leader europei e lo stesso Zelensky fosse stato eletto dagli ucraini perché "pensavano potesse risolvere la guerra provocata dai russi nel Donbass e l'annessione della Crimea".
"Dal 2014 da parte dell'Ucraina sono state avanzate molte proposte per trovare una soluzione pacifica, ma dopo lo scoppio della guerra tutto è cambiato", precisa la giornalista, denunciando "crimini di guerra e contro l'umanità" commessi dai russi. "Spesso ora in Italia e in Europa ci sono polemiche di alcuni politici sul fatto che non si parli più di pace, ma se vuoi la pace devi mandare le armi - conclude - in ballo c'è l'esistenza stessa dell'Ucraina e la nostra sopravvivenza e visto che il nemico non capisce la lingua del dialogo e della diplomazia allora bisogna farglielo capire in un altro modo. Altrimenti l'Ucraina diventerà un insieme di campi di concentramento e camere di tortura".