Città del Vaticano, 14 apr. (Adnkronos) - Pietro Orlandi “non ha inteso formulare accuse nei confronti di alcuna persona, lo ha ribadito al Promotore di giustizia, lo ha anche scritto nella memoria che ha depositato durante la deposizione. Ha chiesto solo che la ricerca della verità non abbia condizionamenti”. Lo sottolinea in una nota l’avvocato Laura Sgro’, legale della famiglia di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa nel nulla 40 anni fa. “Spiace - prosegue il legale -che alcune persone abbiano estrapolato qualche frase manipolando il quadro complessivo delle sue dichiarazioni. Spiace altrettanto che tra coloro che lo accusano a va mezzo stampa di ledere la memoria di chi non c’è più, vi sia anche chi , contattato negli anni numerose volte dal signor Orlandi, si sia sempre sottratto ad un confronto autentico e sincero”. Il riferimento è all’ex segretario personale di Wojtyla che ieri, in tarda serata, ha pubblicato una durissima nota nei confronti del fratello di Emanuela bollando come “ignobili affermazioni criminali le sue “avventatissime affermazioni alla trasmissione di La7 ‘di Martedì ‘ dove aveva sostenuto che Wojtyla la sera uscisse in incognito dal Vaticano con altri preti “e non andasse di certo per benedire delle case”. Lo stesso giorno Pietro Orlandi è stato interrogato otto ore dal pm Vaticano Diddi come testimone. "Il Signor Orlandi ha accolto con sentimenti positivi la volontà del Santo Padre di avere dato al Promotore di Giustizia, Professor Alessandro Diddi, massima libertà di azione per indagare ad ampio raggio, senza condizionamenti di sorta e con il fermo invito a non tacere nulla sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Con questo animo, il mio assistito si è recato all'incontro con il Promotore di Giustizia l'11 aprile scorso". "Pietro Orlandi ha ritenuto, accogliendo l'invito del Santo Padre di volere fare piena luce sulla vicenda, di condividere con gli inquirenti tutte le informazioni in suo possesso. Tutte, nessuna esclusa. In quest'ottica ha messo a disposizione del Promotore di Giustizia quanto di sua conoscenza, anche i fatti più scomodi, appresi nel corso degli anni, lasciando ovviamente agli inquirenti le valutazioni e gli approfondimenti necessari per verificarne la fondatezza. La ricerca della verità- annota ancora il legale degli Orlandi - è un atto di coraggio e il Papa ha manifestato di volere percorrere con forza questa strada. L’augurio e’ che questo atto straordinario ma doveroso non appartenga solo a Sua Santità “.

Santità".