L'Aquila, 14 apr. (Adnkronos) - ''Condivido quello che dice la Cei che non esiste un allarme" migranti "ma esiste uno stato di emergenza tecnicamente inteso che ha suggerito al governo di dotarsi e di dotarci di procedure semplificate per poter essere all'altezza della sfida di questa complessità: cioè fasi di concentrazione acuta degli sbarchi su luoghi ben definiti, che sono soprattutto i luoghi di sbarco di Sicilia e Calabria e quindi di procedere a tutti gli adempimenti conseguenti con modalità più celeri''. Ad affermarlo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi rispondendo alle domande dei giornalisti a L'Aquila, dopo il comitato ordine e sicurezza pubblica. ''Ho profondo rispetto per quello che dice la Cei e sono d'accordo se il discorso emergenza viene visto in maniera atecnica, cioè non esiste in Italia un allarme o un'emergenza immigrazione - ha aggiunto - E' ovvio che esiste un tema più acuto di gestione nei luoghi di sbarco ma lo stato di emergenza che ha adotto il governo altro non è che una formula tecnica, è il modello a cui si è fatto ricorso anche per i profughi provenienti dall'Ucraina e credo che nessuno volesse dire che esistesse un'emergenza degli arrivi dall'Ucraina. E' semplicemente una formula tecnica per far in modo che si possa allargare la platea dei soggetti istituzionali che se ne possono occupare e sia procedure accelerate, semplificate''. Quanto ai ''trasferimenti dall'hot spot di Lampedusa avvengono sistematicamente, normalmente in maniera fisiologica. Ci sono delle fasi acute di crisi quando ci sono arrivi consistenti concentrati in poche ore, e accompagnati da condizioni meteo-marine che non consentono trasferimenti'' ma proprio per questo ''abbiamo voluto provare a gestire la situazione con procedure di maggiore semplificazione'', ha sottolineato il ministro.