Roma, 13 apr. (Adnkronos) - "Sono stata in silenzio per lunghi anni, ma adesso voglio parlare e lanciare un appello al governo italiano, al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: salviamo il Casino dell'Aurora con l'unico affresco che il Caravaggio abbia mai realizzato, opere del Guercino e l'archivio della famiglia Boncompagni Ludovisi, che contiene anche lettere autografe del ministro Colbert, della regina Maria Antonietta e persino di Luigi XVI, 'cousin' della famiglia Boncompagni. Un bene inestimabile per la storia della nostra famiglia e del Paese". La principessa Rita Boncompagni Ludovisi racconta all'Adnkronos la sua verità. Originaria del Texas, un primo matrimonio con un membro della Camera dei Rappresentanti, John Jenrette, nel 2009 sposa (per lui la terza moglie) il principe Nicolò Boncompagni Ludovisi scomparso nel 2018. Alla morte del principe si apre una disputa a colpi di carte bollate e avvocati, sfratti e aste per la vendita del villino, nel cuore di Roma, un tempo residenza di caccia all'interno della tenuta Ludovisi appartenente alla famiglia del principe dal 1621. Una sorta di Italian Dinasty che vede la vedova, principessa Boncompagni Ludovisi, costretta a dover difendersi dai tre figli nati dal primo matrimonio con Benedetta Barberini Colonna di Sciarra, Francesco Maria, Ignazio Maria, Bante Maria. "Non voglio togliere nulla ai figli di mio marito - continua la principessa Boncompagni- ma il suo testamento parla chiaro. Mio marito ha lasciato 'l'intera quota disponibile di tutto il patrimonio, nulla escluso' a me accanto 'ai diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso dei mobili che la corredano'. Ai figli è andata la legittima". Il salone è pieno di foto che ritraggono i due coniugi felici accanto ai figli e ai nipoti. "Non capisco cosa sia accaduto dopo la morte di mio marito - ha aggiunto - Amavo quei ragazzi, improvvisamente il rapporto si è deteriorato". "Le aste per la vendita del Casino dell'Aurora, andate tutte deserte sono state fortemente volute da loro - confessa - Non sono mai stata contro la vendita, ma sono convinta che potrei continuare a fare un ottimo lavoro per far conoscere la storia del villino Ludovisi, i suoi giardini, immortalati da Stendhal, Goethe, Henri James, Eliot, Gogol. L'ho detto più volte. Sarei d'accordo a prendere la metà di quello che mio marito mi ha lasciato, solo il 25% invece del 50%, ma ancora una volta la famiglia ha rifiutato la mia offerta". Il 6 aprile c'è stata una nuova asta, con un nuovo nulla di fatto e dopo due giorni (8 aprile) la principessa Boncompagni Ludovisi ha ricevuto un un nuovo ordine di sfratto (solo due settimane per lasciare la dimora tanto amata a due passi da via Sistina), mentre la prossima asta è in programma il 30 giugno (il prezzo richiesto per il Casino dell'Aurora è sceso dalla cifra monstre di 471 milioni di euro a 145). Resiste indomita, però, la principessa Boncompagni Ludovisi, che da anni lavora alla riorganizzazione, alla digitalizzazione dell'immenso archivio della famiglia scoperto in un baule, ricercando, in collaborazione anche con i carabinieri, tutti quei manufatti, quei documenti spariti. Recentemente è stato ritrovato, per esempio, a Milano dopo essere stato trafugato, un arazzo dei Medici. "Sono stata in questa casa felice con mio marito e ci vivo da 20 anni - prosegue la principessa Boncompagni Ludovisi - Non me ne andrò dall'oggi al domani. I figli di mio marito mi impediscono di fare qualsiasi cosa, 'complici' anche alcuni amici che vivono di fronte al villino dell'Aurora e comunicano tutto quello che faccio. Mi hanno impedito di aprire la villa durante le Giornate del Fai, non posso organizzare tour e visite guidate come scritto nel Testamento, non posso affittare la casa, come recentemente mi era stato proposto per un film. E poi con me vivono tre bambine ucraine che ho ospitato durante la guerra. Dovremo andarcene tutti? I mie avvocati sono pronti a rispondere ad ogni accusa. Prossima tappa la Corte Europea dei Diritti Umani". Il villino è in uno stato ottimale, ma ha bisogno di ingenti restauri per riportare all'antico splendore alcuni saloni del piano superiore. "Alcune amiche mi hanno detto di guardare attentamente in tv la nuova serie 'Succession', non l'ho vista, ma sono convinta che non è nulla di fronte a quello che sto passando - confessa ancora la principessa Boncompagni Ludovisi - Sono esausta, non dormo la notte, mi si spezza il cuore al solo pensiero di lasciare tutti i miei ricordi. I figli di mio marito stanno aspettando che muoia, ma al momento non hanno il diritto di sfrattarmi". E intanto alcune giovani videomaker americane stanno girando un docufilm sull''Affaire Boncompagni-Ludovisi. Dal prossimo anno sul grande schermo in attesa che si aprano nuove pagine e che si ponga fine ad una vicenda incomprensibile e dolorosa.