Addis Abeba, 15 apr. (Adnkronos) - "Io mi do come obiettivo l'eliminazione della protezione speciale, perché è una protezione ulteriore rispetto a quello che accade nel resto d'Europa e io credo che l'Italia non abbia ragione di discostarsi dalle normative europee di riferimento". Così la premier Giorgia Meloni, a margine della visita presso la scuola italiana 'Galileo Galilei' di Addis Abeba, interpellata sull'abolizione della protezione speciale per i migranti. "C'era una proposta sulla quale la maggioranza lavorava nel suo complesso e io confido che quella sia la proposta che viene approvata. Non è un tema sul quale ci sono divergenze: è una materia complessa, è normale che nel lavoro parlamentare escano diversi emendamenti ma sugli obiettivi che ci diamo siamo tutti concordi", ha sottolineato Meloni. Su questo tema "con Salvini abbiamo parlato un paio di settimane fa per capire se lavorare come iniziativa di governo o come iniziativa parlamentare sulla modifica del provvedimento", ha spiegato Meloni. "Alla fine abbiamo scelto di far lavorare i gruppi parlamentari ma non c'è divergenza sostanziale, c'è la volontà di lavorare insieme". "Noi - continua la premier - abbiamo il problema dei flussi migratori. L'Etiopia è un paese che oggi ospita oltre un milione di rifugiati. Se queste nazioni non vengono sostenute in questo lavoro, a cascata i problemi arrivano da noi. L'Italia lo capisce di più perché siamo i più vicini in assoluto ma io comincio a vedere un cambio di attenzione e di percezione dell'errore che è stato fatto nel momento in cui l'Europa, un po' indietreggiando, ha favorito la presenza di altri attori che possono avere un approccio diverso dal nostro. L'Italia può fare la prima fila di questo lavoro ma una cosa è farlo come Italia - e noi lo stiamo facendo con il nostro Piano Mattei - e una cosa è che lo faccia l'Europa nel suo complesso". Per l'inquilina di Palazzo Chigi la cooperazione con i Paesi africani "è fondamentale": "Abbiamo cercato di dare il messaggio che se queste nazioni ci aiutano a combattere la rete di trafficanti, noi diamo dei segnali in termini non solo di flussi regolari ma anche di formazione", ha spiegato la presidente del Consiglio citando il decreto flussi varato dal suo esecutivo. CASO USS - La vicenda della fuga a Mosca del russo Artem Uss, detenuto in Italia e fuggito dai domiciliari lo scorso 22 marzo, "è un fatto abbastanza grave. Mi riservo, quando torno in Italia, di parlarne anche con il ministro Nordio per capire bene come sono andate le cose. Ma sicuramente ci sono delle anomalie, e l'anomalia principale credo sia la decisione della Corte d'Appello di offrire gli arresti domiciliari con motivazioni discutibili e di mantenere quella decisione anche quando c'era una iniziativa sull'estradizione, perché ovviamente in quel caso il rischio di una fuga diventa più evidente", ha commentato la premier. Per Meloni il guardasigilli "ha fatto bene ad avviare un'azione disciplinare. Segnalo - ha proseguito Meloni - che non eravamo stati informati a livello di intelligence dalle altre intelligence sulla natura della figura (di Uss, ndr). Sapevamo che c'era una richiesta del Dipartimento di Stato americano per questioni di frode fiscale". CENTRODESTRA - Partito unico del centrodestra? "Sono sempre stata convinta che la pluralità all'interno del centrodestra sia un fatto di arricchimento piuttosto che un problema. Il punto è la volontà di camminare insieme e io oggi quella volontà la vedo. Ma poi se, ferma restando quella volontà, ci sono anche sfumature diverse, questo sicuramente oggi è più facile farlo con i partiti. Poi quello che può succedere domani nessuno è in grado di dirlo", ha risposto Meloni. PNRR - Il Pnrr? "La prescrizione della Commissione europea è fine agosto e noi vogliamo fare del nostro meglio per spendere al meglio queste risorse, quindi intanto rispettiamo le scadenze". Così la premier Meloni a proposito della scadenza del 31 agosto per aggiornare il Pnrr con il REPowerEu. "Per quanto riguarda le modifiche del piano - ha proseguito la presidente del Consiglio - ci prendiamo il tempo necessario a ottenere il vero obiettivo, che non è fare i primi della classe ma fare un lavoro che ci consenta al meglio di spendere queste risorse. Non è un lavoro facile ma lo stiamo facendo quotidianamente e con grande serietà. Non so dare una data precisa ma rispettiamo le prescrizioni che ci vengono fornite". ETIOPIA - "Il bilancio della missione è ottimo, è molto proficuo e concreto. Ci sarà un ulteriore step a luglio, quando insieme alla Fao ospiteremo il meeting sulla sicurezza alimentare. Crediamo di poter contribuire molto allo sviluppo, alla sicurezza e alla stabilità di questa nazione. Il 100% dei ragazzi che escono da queste scuole trovano un lavoro e io credo che questa sia in assoluto la cosa più preziosa che si può fare per nazioni che fanno grandi sforzi di stabilizzazione e modernizzazione e che sono fondamentali per la stabilità dell'intera regione", ha detto quindi Meloni ai cronisti tracciando un bilancio della sua missione in Etiopia. "C'è grande voglia di Italia - ha rimarcato Meloni - e grande attenzione per la nostra capacità di cooperare in modo non predatorio, di lasciare qui qualcosa. Vogliamo lavorare su infrastrutture, agricoltura, turismo, che qui in Etiopia è una grande opzione di sviluppo non ancora adeguatamente esplorata". La questione del passato coloniale italiano in Etiopia, invece, "francamente non è emersa, è un tema che loro non hanno minimamente considerato. Probabilmente non vedono il nesso che vedete voi", risponde. In Africa "l'Europa è rimasta indietro, il gap si recupera decidendo e capendo che l'Africa per noi è assolutamente strategica, non solo perché noi siamo i dirimpettai. Tutto quello che va bene in Africa va bene anche da noi e tutto quello che va male si ripercuote su di noi. Questo è un Continente che a differenza della percezione che si ha non è povero: è un Continente che in alcuni casi viene sfruttato e in altri non ha gli strumenti per tirare fuori le proprie ricchezze, con le quali potrebbe prosperare", ha quindi sottolineato.