Roma, 18 apr. (Adnkronos/Labitalia) - "Per parte nostra abbiamo già preso contatto con Federalberghi, Confetra e le altre organizzazioni datoriali firmatarie dei nostri contratti collettivi: la prima impressione è che, come in passato, non vi saranno molte differenze con il contratto principale, firmato con Confcommercio. Per gli altri lavoratori auspichiamo una soluzione a breve, ma siamo consapevoli della maggiore complessità: oltre agli aspetti economici dovranno essere definiti molti temi rilevanti, legati all'evoluzione del lavoro. La crescita dei settori terziario, che da due decenni sostiene quella del Pil del nostro paese, passa più che mai dalla qualità del lavoro e dall’attrattività degli impieghi". Così, con Adnkronos/Labitalia, Mario Mantovani, presidente di Manageritalia, che ha siglato nei giorni scorsi con Confcommercio il rinnovo della parte economica del contratto nazionale di lavoro dei dirigenti del terziario. Per Mantovani è centrale lo slancio che può arrivare all'economia dal rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro. "I contratti collettivi firmati dalle organizzazioni più rappresentative -spiega Mantovani- hanno un ruolo fondamentale per la crescita del lavoro di qualità. Il dibattito sul salario minimo è riduttivo: i contratti comprendono anche welfare, garanzie durante e in chiusura di rapporto. Concentrarsi sul salario minimo orario rischia anzi di far perdere valore alla parte più evoluta dei contratti, che è quella legata al welfare". "La via da seguire dovrebbe essere quella di stabilire validità erga omnes per i Ccnl firmati dalle organizzazioni più rappresentative: presso il Cnel esistono già i dati necessari per realizzare un disegno simile", continua ancora il presidente di Manageritalia. "Poi, con le necessarie differenze, occorre intraprendere -sottolinea ancora Mantovani- la via del lavoro più flessibile e meglio remunerato, quella che i nostri contratti, proprio per le peculiarità della figura dirigenziale, perseguono da sempre. Il vero effetto dello smart working è stato far perdere centralità all’orario e al luogo di lavoro: in quest’ottica le intese del tipo 'quattro giorni settimanali' o gli accordi individuali sul numero di giorni in ufficio sono ancora lontani da modelli organizzativi evoluti". E il welfare deve essere la 'stella polare' di questo nuovo percorso virtuoso. "Il welfare -afferma Mantovani- deve avere un ruolo centrale nella contrattazione, integrandosi con il welfare pubblico e anche, come nel nostro contratto con l'accordo del 2021, con il welfare aziendale. Le agevolazioni fiscali in questo ambito sono virtuose, favoriscono la sostenibilità del sistema complessivo e consentono di personalizzare le esigenze di servizio. Il welfare oggi non è solo previdenza e assistenza sanitaria, che pure rimangono pilastri fondamentali, ma anche formazione, protezione dai rischi, politiche attive. La contrattazione collettiva crea la massa critica necessaria per sviluppare soluzioni efficaci e l'impianto solidaristico", continua. Secondo Mantovani, "è comprensibile la necessità di agire oggi sulla retribuzione netta, anche noi lo abbiamo fatto in questo rinnovo, per recuperare almeno in parte il potere d’acquisto, ma nel medio termine la componente contrattuale di welfare dovrebbe assumere maggiore rilevanza. E creare un modello sempre più attrattivo, anche per quelle categorie di lavoratori, oggi inquadrati come autonomi, le cui modalità di lavoro sono sempre più vicine a quelle dei dipendenti", conclude il presidente di Manageritalia.