L'equo compenso professionisti diventa legge
(Adnkronos) - La Camera ha dato via libera al Disegno di legge per l'equo compenso per i professionisti. Ricordiamo che l'obiettivo del Ddl era quello di riconoscere al professionista un compenso commisurato al valore della prestazione e a rafforzare la tutela nel rapporto professionale con specifiche imprese ritenute contraenti forti. L'equo compenso viene definito nel testo del Decreto come la corresponsione di un compenso proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale, nonché conforme ai compensi previsti per tutti i professionisti.
Le indicazioni stabilite sull'equo compenso si applicheranno alle prestazioni rese dal professionista nei confronti di:
- Pubblica Amministrazione.
- Imprese bancarie assicurative.
- Imprese con ricavi annui superiori a 10 milioni di euro.
- Imprese con più di 50 lavoratori.
Sono esclusi invece i rapporti professionali tra privati i cui compensi rimangono soggetti alla libera contrattazione. Per vigilare sul rispetto delle disposizioni viene istituito presso il Ministero della Giustizia, l'Osservatorio nazionale sull'equo compenso.
La nuova normativa introduce i criteri di nullità per le pattuizioni in caso di:
- Un compenso manifestamente sproporzionato rispetto all'opera o al servizio ovvero inferiore ai parametri fissati dai decreti ministeriali.
- Presenza di clausole che vietino al professionista di chiedere acconti nel corso del suo lavoro.
- Presenza di vantaggi sproporzionati per il committente rispetto a qualità e quantità del servizio reso.
- Possibilità per il cliente di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali.
- Possibilità per il cliente di richiedere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito.
- Indicazione di termini di pagamento superiore a 60 giorni.
- Obbligo per il professionista di rinuncio al rimborso spese legato alla prestazione.
Il professionista per difendere i suoi interessi può impugnare davanti al Tribunale competente contratti, convenzioni, esiti di gara, accordi che prevedano un compenso non equo, chiedendo l'annullamento degli accordi e la loro rideterminazione secondo i parametri ministeriali. Il Decreto prevede anche la possibilità che i diritti individuali dei professionisti vengano tutelati attraverso azioni di classe. Inoltre, le imprese bancarie assicurative e quelle con più di 50 lavoratori o più di 10 milioni di euro di ricavi potranno adottare convenzioni standard concordate con i Consigli nazionali degli Ordini o con i Collegi professionali. Infine, Ordini e Collegi professionali potranno adottare disposizioni deontologiche per sanzionare i professionisti che violeranno l'obbligo di pattuire un compenso equo.