Ucraina, Meloni punta a ricostruzione: "Italia ne sia protagonista"
Roma, 26 apr. (Adnkronos) - Italia protagonista della ricostruzione in Ucraina. A candidare Roma, perché ha le "carte in regola" e perché "nessuno sa volgere le crisi in opportunità come gli italiani", è il premier Giorgia Meloni che gioca d'anticipo e lancia la Conferenza bilaterale per la ricostruzione dell'Ucraina, oggi in scena al Palazzo dei Congressi, nella Capitale. Volodymyr Zelensky, l'ospite più atteso, non c'è ma si collega in video: prima con un lungo intervento, poi ancora una volta in chiusura per ringraziare "Giorgia", che lo invita a venire al più presto a Roma, dove oggi si sono date appuntamento circa 1.000 tra aziende italiane e ucraine.
A margine dei lavori, Meloni ha incontrato il primo ministro Denys Shmyhal, che ha ringraziato l'Italia per il sostegno offerto in questi mesi, a partire dai generatori di energia che hanno consentito al popolo ucraino "di non essere piegato dal freddo e dal buio" e di cui, proprio per questo, l"italia è fiera", ha rimarcato con orgoglio Meloni. Il sostegno a Kiev "a 360°" va avanti e non verrà meno, sul piano politico, militare e finanziario, perché Roma "mantiene la parola data".
Avanti dunque con lo sguardo rivolto "al futuro", consci che "la possibilità di una soluzione al conflitto" non può passare dalla "resa di un Paese aggredito": "Alla pace si potrà arrivare solo quando la Russia cesserà le ostilità e gli attacchi agli obiettivi civili" e partendo dal "presupposto che l'integrità della nazione non è in discussione", scandisce il premier. Che guarda al futuro e invita gli imprenditori italiani a non avere paura, ricalcando parole pronunciate 40 anni fa da Karol Wojtyla. "Agli imprenditori italiani voglio dire: non abbiate paura. Non abbiate paura di investire, non abbiate paura di costruire e ricostruire, non abbiate paura di saper guardare oltre i difficili mesi che stiamo attraversando, non abbiate paura di scommettere sulla vittoria dell'Ucraina e sulla sua integrazione nell'Ue", un'integrazione che "noi sosterremo con forza", e che si fonda su "una aspirazione sacrosanta di chi difende oggi, con la vita, anche la nostra libertà".
Del resto, per lei, in questi due anni "l'Italia non avrebbe potuto fare altra scelta che essere al fianco del popolo ucraino, non solo perché era giusto farlo ma anche perché quello che accade oggi in Ucraina ci riguarda tutti. Il popolo ucraino sta combattendo anche per noi, allontana un possibile conflitto più vicino a casa nostra". Anche per la strada dell'integrazione europea, per Meloni, è tracciata. Kiev "è un avamposto della sicurezza del continente e credo che il modo più intelligente per ringraziare l'Ucraina per quello che sta facendo sia accelerare la possibilità di far parte delle istituzioni europee, possibilità che l'Italia ha sempre sostenuto".
"Peraltro voglio sottolineare - rimarca ancora il premier, mentre Shmyhal annuisce a pochi metri da lei - gli sforzi enormi che Kiev ha fatto per riformare il suo sistema e avvicinarlo ai target richiesti dalla Commissione. Penso sia fondamentale riconoscere quello sforzo accelerando e avviando in tempi rapidi i negoziati di adesione all'Ue". La ricostruzione dell''Ucraina va vista anche da questa prospettiva. "Perché ogni scuola, ogni casa, ogni campanile, ogni ospedale che noi ricostruiremo insieme saranno un pezzo delle fondamenta dell'Europa intera".
E l'Italia, artefice del miracolo economico del secondo dopoguerra, può giocare da protagonista "per la determinazione, la credibilità con cui abbiamo fatto le nostre scelte e non abbiamo mai tentennato ma anche perché - fa notare Meloni, candidando Roma a ospitare la Ukraine Recovery Conference - nel 2024 sarà presidente di turno del G7, è stata protagonista in tutte le grandi scelte fatte in questi anni". E perché, rivendica il presidente del Consiglio, sa volgere lo sguardo oltre. La ricostruzione dell'Ucraina, per Roma, "non è solo possibile, ma inevitabile", dice infatti Meloni citando Antoine de Saint Exupéry e la sua 'nostalgia del mare', che per Kiev ha il sapore della "nostalgia della libertà e del futuro".