Agroalimentare, Ismea: "In 10 anni export + 81%"
+7% anno, comparto più dinamico salse, sughi, minestre e gelati
Roma, 27 apr. (Adnkronos) - Negli ultimi dieci anni il valore delle esportazioni di cibi e bevande è quasi raddoppiato (+81%), passando dai 33,5 miliardi del 2013 a 60,7 miliardi del 2022. In pratica, come si evince dall’analisi di Ismea-Rrn, presentata oggi nell’evento on line "le sfide globali del Made in Italy agroalimentare" le spedizioni di prodotti agroalimentari sono aumentate in valore al ritmo di quasi il 7% all’anno, a fronte di un incremento più contenuto delle esportazioni complessive (+5,4%).
Il settore non solo si è rivelato più dinamico, ma anche più resiliente quando, nel 2020, con lo scoppio della pandemia, le relative restrizioni sanitarie e l’interruzione delle catene di fornitura globali, è riuscito comunque a mettere a segno una crescita (+3,2%), in controtendenza rispetto al resto dell’economia (-9,1% la contrazione dei flussi in uscita complessivi).
Dei 24 comparti merceologici che compongono i flussi di scambio complessivi, appena sei di essi (bevande, derivati dei cereali, latte e derivati, preparazioni di ortaggi e frutta, frutta, e altre preparazioni alimentari) catturano più di due terzi del valore complessivo e pesano singolarmente più del 5% sulle esportazioni totali. A crescere di più nel periodo 2017-21 sono stati: altre preparazioni alimentari, che comprendono salse, sughi, minestre e gelati (+9,1% medio annuo); derivati dei cereali (+7,8%); latte e derivati (+8,2%). Inferiore alla media è stata invece la crescita di frutta (+1,2%), ortaggi (+4,1%) derivati ortofrutticoli (+4,9%) e carni (+2,5%).
Nel 2020, nonostante la chiusura quasi completa dei canali Horeca in tutto il mondo, le esportazioni di alcuni prodotti agroalimentari nazionali sono cresciute moltissimo rispetto all’anno precedente: le variazioni della pasta, del riso, delle passate di pomodoro e delle polpe, ma anche dell’olio e dei formaggi freschi, dimostrano che il consumo all’estero del cibo made in Italy non è solo legato alle occasioni speciali e ai pasti fuori casa, ma ormai fa parte delle abitudini quotidiane in molte aree del mondo.
Più legate alle sorti dell’Horeca e alle occasioni conviviali, e quindi penalizzate nel 2020, sono state le esportazioni di vini in bottiglia, spumanti, formaggi stagionati, acque minerali, caffè e in misura minore i prodotti della panetteria e pasticceria, ma tutte nel 2021 hanno recuperato la perdita dell’anno precedente. Anche nel 2022, pasta, formaggi freschi e grattugiati, pomodori pelati, polpe e passate, riso, caffè, acque minerali e spumanti sono tra i prodotti che registrano i maggiori aumenti delle esportazioni, con variazioni in valore comprese tra il +19,4% degli spumanti e il +38,4% della pasta, e variazioni positive anche delle quantità esportate. A fare il punto durante il Maria Chiara Zaganelli, direttore generale Ismea, Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale, Luca Giavi, direttore Consorzio di tutela della Doc Prosecco, Sandra Sangiuolo, responsabile marketing export di Conserve Italia, Massimiliano Del Core, presidente Organismo Interprofessionale Ortofrutta Italia, Antonio Galtieri, vicepresidente Assalzoo e amministratore della Specialmangimi Galtieri Spa. L’incontro è stato moderato dal prof. Fabrizio De Filippis.