Roma, 27 apr. (Adnkronos) - Troppi impegni (altrove) o malati. Tattica studiata a tavolino per mandare segnali politici precisi, magari agli alleati. O semplicemente sciatteria, unita a un po' di distrazione. Varie sono le 'giustificazioni' che di solito vengono accampate da chi non partecipa a votazioni che comportano passi falsi pesanti per le maggioranza di governo. E' il caso di oggi alla Camera, dove il centrodestra, a sorpresa, è inciampato sullo scostamento di bilancio, mettendo in forte imbarazzo palazzo Chigi e la sua premier Giorgia Meloni su un tema delicato come il Def. Come sempre in questi casi sono pesate le assenza tra le fila della maggioranza: ben 45 deputati dei 4 gruppi. Tabulati alla mano, 14 di Fdi altrettanti di Forza Italia, 15 della Lega e 2 di Noi Moderati. Esclusi quelli in missione, di solito con una 'giustificazione ufficiale', tutti gli altri sono andati sotto processo con conseguente e inevitabili polemiche sulla tenuta della coalizione nei passaggi clou in Parlamento. Anche stavolta nessuno degli assenti parla apertis verbis. Al massimo qualcuno dice qualcosa a mezza bocca. Niente virgolettati, per carità. Perché la caccia al 'colpevole' della frittata è già iniziata dopo il fattaccio. Meglio, quindi, evitare di fare dichiarazioni controproducenti. Solo un parlamentare, il giovane Francesco Maria Rubano, accetta di parlare in chiaro: "Mi sono recato in Aula, ho preso regolarmente la scheda dai commessi, poi sono andato in bagno e non sono riuscito a raggiungere in tempo l'emiciclo. Sono arrivato, purtroppo, a operazioni di voto concluse''.