Riva del Garda, 11 mag. (Adnkronos) - I 13,9 miliardi di Euro previsti dal Pnrr per l'efficientamento energetico degli edifici residenziali privati e pubblici possono contribuire a raggiungere un tasso di rinnovamento degli edifici del 1,2%, ma ancora lontano dall'obiettivo del 2,1% necessario per allinearsi al target europeo di zero emissioni entro il 2050. È quanto emerge dalle elaborazioni della The European House - Ambrosetti, su dati della Commissione Europea, che il responsabile della Community Smart Building Lorenzo Tavazzi ha presentato a REbuild, il meeting su edilizia e sostenibilità in corso a Riva del Garda. Tavazzi ha anche ricordato che l’Italia è lontana anche dagli obiettivi fissati per il 2030, considerando che oltre la metà degli edifici (56%) sul territorio nazionale è in classe energetica F e G, le due più inquinanti. Con il pacchetto di riforme e regolamenti economici “Fit for 55”, l’Unione europea punta alla riduzione della CO₂ del 55% entro il 2030, rispetto ai dati del 1990. Per Tavazzi , inoltre, la definizione corretta di “smart building” é: “Un hub di servizi automatizzati, integrabile con la struttura dell’edificio e dotato di tecnologie connesse e sostenibili finalizzato all'ottimizzazione delle risorse idriche e energetiche, dei costi di realizzazione e della sicurezza degli individui”. Espressione di cui esistono diverse sfumature, “molte delle quali in parte corrette, ma nessuna definizione è di sistema”. Inoltre -ha spiegato Tavazzi- “l’edificio intelligente sottende una filiera industriale e di servizio dinamico e ad alto valore aggiunto, e su cui l'Italia ha competenze di eccellenza”. “Parlo chiaramente delle costruzioni — ha spiegato Tavazzi — ma anche del design e del materiale elettrico, tutti settori della catena di valore estesa degli smart building e che rappresentano una grande opportunità di sviluppo industriale per l’Italia”.