Roma, 11 mag. (Adnkronos) - Si è chiusa mercoledì 10 maggio la nona edizione di REbuild, l’evento dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito tenutosi a Riva del Garda Fierecongressi. Gli organizzatori sottolineano con soddisfazione come "qui a REbuild in questi due giorni non abbiamo solo affrontato gli scenari che si stanno delineando per l’industria delle costruzioni con un occhio particolare alle innovazioni e alle trasformazioni del mercato. In realtà abbiamo mostrato quali sono gli strumenti già in atto con cui si sta costruendo il futuro di un’intera filiera così importante per il Pil italiano. Al centro, una riflessione per aiutare le famiglie e le imprese a valorizzare e proteggere il patrimonio su cui hanno investito e creduto sino ad ora”. Questi i numeri salienti di REbuild 2023, piattaforma privilegiata di confronto tra istituzioni, policy makers, professionisti, imprenditori, esperti, scienziati, attori italiani e internazionali della filiera delle costruzioni: 16 incontri, 4 workshop, 2 sessioni plenarie in apertura e chiusura della due-giorni di Riva del Garda, un parterre di 29 aziende e il contributo della Provincia Autonoma di Trento, 4 partner scientifici e 5 start up selezionate, 20 patrocini, 15 media partner e 500 partecipanti. Tra approfondimenti, dialoghi e networking, sono moltissimi gli spunti e i contenuti emersi da un evento che, dopo la lunga pausa Covid, “è stato esplicitamente voluto e richiesto dai player del comparto” ha sottolineato Roberto Pellegrini, presidente di Riva del Garda Fierecongressi. È stato Ezio Micelli, professore ordinario presso l'Università Iuav di Venezia e presidente del comitato scientifico di REbuild, a tracciare il percorso di lettura dell’evento, individuando i punti fondamentali attorno ai quali si sono sviluppati gli incontri: l’innovazione in chiave sostenibile dal punto di vista ambientale, energetico, estetico, sociale e circolare; il mercato dell’immobiliare, con l’intera filiera, sempre più allineato a criteri Esg; la condivisione di conoscenze, visioni e valori da parte di tutta la comunità di riferimento; la digitalizzazione, vera rivoluzione del comparto che sta innervando tutti gli aspetti del costruire, dalla progettazione alla manifattura, dalla realizzazione alla gestione, ai servizi, amplierà il proprio raggio d’azione ai quartieri, alle città, ai territori, alle grandi infrastrutture. Come ampiamente dimostrato a Riva, il comparto, in alcune sue componenti fondamentali tradizionalmente refrattario al tema della gestione dei dati, si sta aprendo con decisione al mondo dei big-data, sperimentando nuove forme e formule non solo di gestione, ma di previsione d’impatto di decisioni e comportamenti assunti prima, durante e dopo ogni step processuale. A chiudere la due giorni il contributo dell'architetto di fama internazionale, Benedetta Tagliabue (Embt Architects) che ha illustrato come tecnologia, riuso, autorialità, circolarità e impatto ambientale possano convivere e, ancora, come bellezza e sostenibilità possano e debbano sapersi coniugare su piccola e grande scala. Durante la sessione plenaria conclusiva, è stata Silvia Rovere, presidente di Assoimmobiliare, a delineare una serie di scenari basati su cifre, dati e numeri che confermano lo stato di rischio, a differenza di altri Paesi europei, del parco edilizio italiano e a chiedere al Governo un pacchetto di strumenti finanziari “per aiutare il patrimonio immobiliare italiano che continua a perdere valore (-15% dal 2010 al 2022)”; durante il dibattito, Filippo Delle Piane (Ance), dopo aver criticato l’esperienza “emergenziale” del superbonus, ha affermato che “quello che oggi è chiaro è che gli incentivi vadano gestiti meglio perché certe cose non si possono fare in tempi così brevi, per poi finire a mettere la polvere sotto il tappeto e dire ‘male che vada pagheremo le sanzioni’”. A coordinare la sessione, cui ha partecipato anche Marco Pistore della Fondazione Bruno Kessler con un intervento sull’importanza dei dati in una visione previsionale dei fatti, Ezio Micelli: “Ci siamo chiesti come mai con tante eccellenze che hanno calcato il palco di REbuild nelle precedenti edizioni, la trasformazione dell’edilizia non sia ancora realtà. La risposta che ci siamo dati è che si tratta di una scommessa che va affrontata collettivamente. Non c’è infatti innovazione senza un quadro chiaro e condiviso di valori e non c’è innovazione senza sostenibilità. In sintesi, l’innovazione è di sistema, oppure non è, in quanto gli obiettivi e la sfida nel suo complesso sono troppo grandi e risultano altrimenti irraggiungibili”. “Essere a REbuild significa prenotare un posto in prima fila per esplorare i futuri dell’edilizia e scegliere quale ruolo interpretare nel mercato delle costruzioni di domani. A REbuild emergono con chiarezza mappe e soluzioni per gestire il cambiamento epocale che il settore sta affrontando, attraverso storie, strumenti e protagonisti”, ha affermato Alessandra Albarelli, direttrice di Riva del Garda Fierecongressi, che sta già guardando e pensando alla prossima edizione del 2024, la decima.