Roma, 13 mag. - (Adnkronos) - "Penso che sia presto per affermare che sia iniziata l'offensiva dell'Ucraina. Per essere tale l'offensiva deve essere dirompente, deve essere improvvisa e deve essere devastante, come è avvenuto con quella, sempre condotta dagli ucraini a settembre a sud Kharkiv, che ha permesso loro di sorprendere le forze russe e di recuperare una buona parte dei territori che i russi avevano conquistato nei mesi precedenti. Sembra che l'Ucraina voglia tenere i russi sul chi va là, pronti a respingere quest'offensiva, un modo per cercare di logorarli con questi ritardi e periodici rinvii". Così all'Adnkronos il generale Giorgio Battisti, primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afghanistan e membro del Comitato Atlantico. "Anche se secondo le ultime notizie, sia da fonti ucraine che da Yevgeny Prigozhin, capo della Wagner, i russi avrebbero ceduto alcuni quartieri della città di Bakhmut, e le forze ucraine hanno riconquistato 5 kmq della città, che possono sembrare pochi ma non lo sono, - precisa Battisti - non ritengo che questi contrattacchi portati avanti con determinazione dalle forze ucraine possano ritenersi segnali di quella grande offensiva che da settimane viene annunciata e contemporaneamente posticipata sempre più in avanti". "I rinvii, ancora di qualche settimana, che possono essere legati al fatto che le forze ucraine devono portare a termine gli ultimi addestramenti dei militari ad opera delle forze Nato e soprattutto statunitensi e britanniche per poter fare in modo che i soldati ucraini sappiano operare con gli standard dell'Alleanza Atlantica e per ricevere anche gli ultimi mezzi occidentali che sono in arrivo. Anche se sia il segretario generale della Nato, sia il comandante supremo delle forze alleate della Nato in Europa, hanno affermato che l'Ucraina ha ricevuto il 98% dei mezzi da combattimento che aveva chiesto, pari a circa 250 carri armati occidentali e oltre 1550 mezzi da combattimento protetti. E infine -conclude- sono in attesa dei nuovi missili 'Storm Shadow', forniti dalla Gran Bretagna, e che hanno la capacità di arrivare in profondità nelle linee russe, fino a 250 km colpendo così le retrovie". Per il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e attuale presidente della Fondazione Icsa, "fin dalle prime battute il conflitto russo-ucraino sembra un tiro alla fune dove nessuno cede ma ci sono fasi alterne di avanzamento e cedimenti. Ora, il momento pare favorire un avanzamento degli ucraini ma un prevalere definitivo della controffensiva Ucraina pare improbabile". "Le nuove armi poi sono, rispetto agli annunci, in larga parte solo sulla carta o nelle intenzioni di donatori e beneficiato. O in misura molto più modesta di quanto si voglia lasciar credere. - aggiunge Tricarico- Prima di assumere la totale capacità operativa sui mezzi più avanzati deve passare molto altro tempo di duro lavoro. E molti altri giri di valzer di Prighozin, anche lui altalenante nelle sue manifestazioni ed annunci"