Milano, 16 mag. (Adnkronos Salute) - Al via negli Usa la sperimentazione clinica di un vaccino universale contro l'influenza, sviluppato dai ricercatori del Centro di ricerca sui vaccini del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), centro che fa parte dei National Institutes of Health (Nih) americani. L'obiettivo è arrivare ad un vaccino che protegga da un'ampia varietà di ceppi e fornendo un'immunità duratura a lungo termine. L'arruolamento dei volontari è iniziato alla Duke University di Durham, Carolina del Nord. Gli esperti lavorano a uno studio di fase 1 che testerà la sicurezza del vaccino sperimentale - un vaccino a mRna noto come 'H1ssF-3928 mRNA-LNP' - e la sua capacità di indurre risposta immunitaria. Verranno reclutati fino a 50 volontari sani di età tra 18 e 49 anni. Tre gruppi da 10 partecipanti ciascuno saranno vaccinati rispettivamente con dosi da 10, 25 e 50 microgrammi. Dopo la valutazione dei dati, verranno arruolati altri 10 partecipanti per ricevere il dosaggio identificato come ottimale. Lo studio includerà anche un gruppo di partecipanti che riceveranno un vaccino contro l'influenza stagionale quadrivalente, per un confronto diretto tra l'immunogenicità e la sicurezza del candidato vaccino e quelli disponibili. QUANTO DURA IL VACCINO UNIVERSALE? Perché si aspira a un vaccino universale anti-influenza? Sebbene i vaccini stagionali annuali siano preziosi per controllare la diffusione e la gravità dell'influenza, spiegano gli esperti, non forniscono immunità contro ogni ceppo virale. Ogni anno vanno fatte previsioni scientifiche di quali saranno probabilmente i più comuni nei mesi successivi e selezionarne 3 o 4 da includere nel vaccino stagionale. I produttori hanno quindi bisogno di tempo per produrlo e distribuirlo, e in questo arco temporale i ceppi dominanti del virus possono cambiare in modi inaspettati, riducendo potenzialmente l'efficacia. Un efficace vaccino antinfluenzale universale potrebbe eliminare questi problemi, proteggendo i riceventi da un'ampia varietà di ceppi e idealmente fornendo un'immunità duratura a lungo termine. "Sarebbe un importante risultato per la salute pubblica e potrebbe eliminare la necessità sia dello sviluppo annuale di vaccini contro l'influenza stagionale, sia la necessità per i pazienti di sottoporsi a un vaccino antinfluenzale ogni anno", ha evidenziato Hugh Auchincloss, direttore ad interim del Niaid. "Inoltre - ha aggiunto - alcuni ceppi del virus dell'influenza hanno un significativo potenziale pandemico. Un vaccino antinfluenzale universale potrebbe fungere da importante linea di difesa contro la diffusione di una futura pandemia influenzale". "Il vaccino universale per l'influenza è una chimera che da anni si sta inseguendo", dice il virologo Fabrizio Pregliasco, che spera arrivino dati positivi dalla sperimentazione clinica. "Da quando mi occupo di influenza, da più di 30 anni, questo del vaccino universale è stato un po' l'obiettivo: trovare una parte antigenica che rimanga nel tempo e non si modifichi - spiega all'Adnkronos Salute il docente dell'università Statale di Milano - Ma non si è ancora riusciti. Io credo che con l'mRna si possa arrivare a questo e sicuramente il vaccino universale semplifica gli aspetti dei controlli annuali e soprattutto permette anche una semplificazione presumibilmente dello schema vaccinale, non più con un'esigenza di rinnovo annuale". Con uno strumento di questo tipo si può aspirare a "una protezione anche verso varianti pandemiche e quindi un irrobustimento della risposta immunitaria della popolazione". Quindi per Pregliasco "ben venga questa opzione. Vedremo se i dati di immunogeniticità e sicurezza ci conforteranno".