Pro Vita Famiglia, oltre il 75% degli italiani vuole più aiuti sociali per alternative concrete all'aborto
Per il 70% lo Stato deve riconoscere maternità come valore sociale
Roma, 18 mag. (Adnkronos) - Il 76% dei cittadini, ovvero quasi 8 italiani su 10, pensa che lo Stato dovrebbe dare più aiuti sociali, economici e psicologici alle donne incinte per offrire alternative concrete a chi altrimenti sarebbe costretta o indotta ad abortire. Ben il 71% ritiene che lo Stato dovrebbe riconoscere la maternità come valore sociale, mentre il 57% degli italiani pensa che la maggior parte delle donne sia indotta o costretta ad abortire: non si tratta quindi di una “libera” scelta. Sono i dati che emergono dal sondaggio nazionale promosso da Pro Vita & Famiglia e condotto da Noto Sondaggi, presentato oggi all’Hotel Nazionale (Sala Capranichetta), in Piazza di Monte Citorio a Roma, nel corso della conferenza stampa dal titolo "FACCIAMO 31: Il dovere Costituzionale di proteggere la maternità, promuovere la Vita e agevolare la Famiglia".
Sono numerosi gli aspetti a favore della maternità e della natalità per i quali i cittadini si sono dichiarati favorevoli e pro life. Per il 62%, infatti, affrontare la crisi demografica dovrebbe essere una priorità per lo Stato, percentuale che schizza addirittura all’81% per i giovani dai 18 ai 34 anni, dunque proprio la fascia d’età che può accogliere maggiormente una nuova vita. Un dato eloquente, perché rivela come i giovani, contrariamente alla narrazione mainstream, sono altamente desiderosi di mettere su famiglia e fare figli. Le intenzioni degli italiani sono pro life anche a prescindere dall’essere contrari o favorevoli all’aborto. In ogni caso, infatti, per il 59% bisognerebbe comunque intervenire per evitare un aborto e per il 58% se le donne incinte avessero aiuti adeguati la maggior parte degli aborti sarebbe evitata, proprio come chiede una petizione popolare lanciata da Pro Vita & Famiglia e che ha superato le 30.000 firme.
Per quanto riguarda i giovani: per il 58% dei cittadini si dovrebbe sensibilizzare le giovani donne, anche minorenni, per disincentivare l’aborto, e per quasi 7 italiani su 10 oggi le giovani coppie non hanno sufficiente libertà e possibilità di formare una famiglia. Quasi un plebiscito, poi, con l’87% delle risposte, per chi pensa che gli aiuti economici e sociali attualmente previsti dallo Stato per sostenere le coppie che hanno o intendono avere figli siano insufficienti. I risultati dell’indagine demoscopica condotta da Noto Sondaggi rivelano poi come sia cruciale la questione lavoro. Addirittura l’80% delle donne intervistate ritiene che non ci sia sufficiente possibilità di conciliare maternità e lavoro e il 77% delle donne pensa sia impossibile non avere ripercussioni sul lavoro in caso di figli.
Per quanto riguarda, invece, le cause più frequenti che inducono le donne ad abortire, la maggioranza degli italiani indica difficoltà economiche, di conciliazione con carriera e studio, difficoltà familiari. Per aiutare le coppie ad avere figli e formare una famiglia, il 36% degli intervistati ritiene che l’intervento più utile sia quello di dare maggiore flessibilità al lavoro. Infine, l’esperienza diretta con chi ha vissuto il dramma dell’aborto. Il 30% delle donne intervistate e il 35% dei giovani, dicono infatti di aver conosciuto una parente o amica che ha scelto di abortire a motivo dei disagi economici, secondo il 56% degli intervistati. Alla Conferenza Stampa sono intervenuti: il professor Giancarlo Blangiardo, presidente Istat; il professor Federico Perali, economista dell’Università di Verona; Antonio Noto, presidente Noto Sondaggi; Francesca Siena, presidente del Cav Roma Ardeatino; Francesca Romana Poleggi, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia Onlus e Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia Onlus