Roma, 19 mag. (Adnkronos/Labitalia) - Si è svolta l’assemblea annuale di Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria, negli spazi del Marriot Rome Central Park che ha visto presenti 100 manager delle regioni interessate. A confrontarsi con gli associati sull’evoluzione del mondo del lavoro, sulla della figura dei dirigenti nei terrori nonché sui mutamenti e le sfide che la trasformazione digitale e l’intelligenza artificiale stanno apportando al futuro del management: Roberto Saliola, presidente Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria con Mario Mantovani, presidente di Manageritalia e Antonello Aurigemma, presidente del consiglio regionale del Lazio che nel suo intervento di saluto istituzionale ha aperto a una proficua collaborazione con i manager per dare slancio alle imprese. “In questo momento stiamo vivendo una vera e propria nuova rivoluzione industriale 4.0 che mette al centro la relazione tra risorse umane e la tecnologia” così commenta Roberto Saliola, Presidente Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria. “Il futuro imminente ci obbliga a rivedere i nostri modelli di produzione e gestione d’impresa focalizzandoci sulla fruizione tecnologica e l’integrazione delle competenze. In quest’ottica - conclude Saliola - saranno sempre più rilevanti e determinanti, per affermarsi nel mondo del lavoro e dell’impresa, le soft skills come: creatività, empatia, capacità di adattamento oltre ovviamente a competenze aggiornate. In questo le donne da sempre sono e lo saranno ancor di più un modello di riferimento per la managerialità, poiché più sensibili e attente al cambiamento”. L’assemblea è stata anche l’occasione per analizzare i dati di crescita dei dirigenti emersa dal 'Rapporto Manager 2023' su dati Inps. Il Lazio registra un incremento del +5,7% che porta il numero complessivo dei manager a 19.217 con una crescita esponenziale dell’universo femminile con una variazione del +11,8% dal 2020 al 2021. Roma ovviamente è la provincia con più dirigenti 18.424 (13.498 uomini e 4.962 donne). L’Abruzzo registra un incremento del +7,5% che porta il numero complessivo dei manager a 908 con una crescita esponenziale dell’universo femminile con una variazione del +29,2 % dal 2020 al 2021. Chieti la provincia con più dirigenti 360 (327 uomini e 33 donne) in aumento del 3,7% con una crescita della dirigenza femminile del 37,5%. In Molise la crescita è del +6%, per un dato complessivo di 141 dirigenti (108uomini e 33 donne). Campobasso la provincia con più dirigenti 120 (91 uomini e 29 donne) ma con un dato in controtendenza: pur aumentando complessivamente i suoi numeri +4,3% vede diminuire la rappresentanza femminile con un – 3,3%. Anche in Sardegna il numero delle donne manager cala. Se l’incremento generale è stato del +2,3% (per un totale di 404 manager) la componente femminile segna una riduzione del -1,4% dal 2020 al 2021. È Cagliari la provincia con più dirigenti 255 (213 uomini e 42 donne) dati che però risultano statici e invariati negli ultimi due anni. Particolarmente 'rosa', invece, l’Umbria che a fronte di una crescita complessiva del +2,3% (dato assoluto di 655 manager) segnala un aumento dell’universo femminile del +2,5% dal 2020 al 2021 e, in particolare a Perugia, provincia con più dirigenti (510 di cui 442 uomini e 68 donne) dove la corsa delle dirigenti donna è più significativa: + 6,3% sull’anno precedente. “Numeri in crescita per la figure manageriali che per le loro competenze si dimostrano sempre più determinanti per la crescita delle imprese e di conseguenza dei territori locali in cui operano” così commenta Mario Mantovani, presidente di Manageritalia che prosegue: “I mutamenti professionali, le nuove affermazioni di genere e di competenze che stanno affrontando oggi imprese, territori, amministrazioni pubbliche ecc.. hanno sempre più bisogno di manager, donne e uomini, capaci di governare al meglio la complessità anche tecnologica, così come hanno sempre fatto con le risorse umane, finanziarie e gestionali. Parità di genere e innovazione tecnologica sono due elementi sempre più determinanti per il futuro del management”. L’incremento delle figure manageriali dimostra come imprenditori e aziende abbiano compreso l’importanza delle competenze e che senza figure manageriali non si cresce e non si compete sul mercato nazionale e men che meno in quello internazionale. Manager e dirigenti crescono in tutti i settori con un significativo +9% per il terziario e terziario avanzato e solo del 1,1% per l’industria, in crescita anche ambito come Istruzione, Servizi di informazione e comunicazione nonché sanità e assistenza sociale segno di come il comparto dei servizi sia sempre più significativo per la crescita e lo sviluppo del Paese.