Roma, 2 giu. (Adnkronos Salute) - “Lo studio Natalee su ribociclib sicuramente rappresenta un passo in vanti per il trattamento adiuvante delle pazienti e dei pazienti con tumore della mammella in stadio iniziale. Ha infatti dimostrato di ridurre in modo significativo le recidive, dopo la diagnosi, preservando la qualità di vita”. Lo ha detto Fabio Puglisi, direttore del Dipartimento di Oncologia medica all’Irccs CRO di Aviano, oggi a margine della presentazione da parte di Novartis dei dati positivi dell’endpoint primario dello studio registrativo di fase III Natalee al congresso annuale dell'Asco (Società americana di oncologia medica). “Conosciamo e utilizziamo da tempo ribociclib nella fase avanzata della malattia, quella metastatica – metastatica - ricorda Puglisi che è anche professore ordinario e direttore della Scuola di specializzazione in Oncologia medica all’Università degli Studi di Udine - Nello studio Natalee, però, ribociclib è stato utilizzato anche ad una dose più bassa, 400 mg invece dei 600 mg, questo sicuramente ha permesso di preservare una qualità di vita buona. Non solo, la combinazione di ribociclib alla terapia endocrina non aumenta il numero degli effetti collaterali rispetto a quanto riscontrato con la sola terapia endocrina. L’unico effetto collaterale realmente incrementato è la neutropenia” - riduzione del numero di neutrofili circolanti – “che sappiamo però essere facilmente gestibile. Possiamo dire che "indubbiamente si tratta di una terapia ben tollerata con una capacità di preservare una buona qualità di vita per le nostre pazienti e i nostri pazienti con una diagnosi di carcinoma della mammella in stadio iniziale” conclude.