Roma, 6 giu. (Adnkronos) - "Il contrasto ai femminicidi? Se fossi al governo ci metterei la massima energia possibile" intanto dico di "raddoppiare subito i 600 carabinieri che se ne occupano". Così il presidente del Senato Ignazio La Russa, ospite dell'Aria che Tira, su La 7, sul tema dei femminicidi. "Credo che serva indire una manifestazione di soli uomini, per dare un segnale, siamo noi uomini che dobbiamo prendere coscienza. Un segnale deve partire da noi e dalla famiglie, il rispetto per le donne parte in famiglia, se vedi un figlio che non porta rispetto dico che serve un ceffone", conclude. Dopo il plauso bipartisan alla proposta, La Russa assicura quindi di essere pronto a metterci la faccia: "Dobbiamo far capire a tutti che il femminicidio non è un problema solo di leggi o delle donne, ma piuttosto un problema legato al comportamento maschile". E all'AdnKronos dice di "essere pronto a farmi carico della organizzazione di questa manifestazione con soli uomini in strada, facendo seguito alla proposta che ho lanciato questa mattina e che ha raccolto adesioni tra i banchi della politica". A dire sì all'iniziativa della seconda carica dello Stato un coro bipartisan, con Pd e M5S interessati al corteo di genere maschile "per lanciare un segnale forte", come ha detto lo stesso La Russa. "Intanto - dice il presidente del Senato - si potrebbe cominciare con un semplice flash mob in Parlamento, con gli uomini eletti, che potrebbe essere un primo passaggio in vista di un corteo più grande". "La manifestazione - assicura - sono pronto a promuoverla, ma non deve essere pensata come una cosa di parte, o peggio come una cosa che vuole La Russa". Quella di Verona, con 5 poliziotti arrestati e accusati di tortura e lesioni, è "una storia preoccupante, se i magistrati hanno deciso di avviare un procedimento, di sicuro hanno degli elementi. Auguro a loro di dimostrare la loro innocenza, ma se così non fosse è giusto che paghino", il commento di La Russa. Sulle polemiche seguite alla sfilata del 2 giugno, aggiunge La Russa, "il mio è un segno di vittoria, Churchill diceva 'vinceremo', Dio me ne guardi da polemizzare con la Murgia, per le sue condizioni di salute, ma anche da Repubblica hanno detto di finirla". "Se non ci fosse stata la Murgia, che ha un problema serio di tradurre tutto in antifascismo, nessuno avrebbe detto nulla, è la sua impostazione culturale, diciamo", sottolinea il presidente del Senato. "Sapevamo che per noi di centrodestra, sia al governo, che alle cariche istituzionali come la mia, sarebbe stato così. Loro dicono 'questi possono essere dirompenti e può finire la festa'", continua sugli attacchi all'esecutivo Meloni e alla nuova maggioranza. "Noi non siamo teneri con il sistema di potere che negli anni ha occupato troppi spazi, loro temono questo". Sul fronte Ucraina, i russi "si ritirassero almeno nelle terre dove erano prima dello scoppio della guerra, rimettiamoci in quella posizione, a quella del 22 febbraio, quando la Crimea era già occupata", dice La Russa, che aggiunge: "A quel punto ci si potrebbe sedere al tavolo".