Nel 2006 Berlusconi venne operato al menisco dal prof Marc Martens in una clinica belga. E già allora al suo fianco c'era Alberto Zangrillo, diventato medico personale, quasi un'ombra. Pochi mesi dopo, a fine anno, il patron di Mediaset ha un malore a Montecatini: sviene e si accascia sul palco, ma si riprende poco dopo, rifiutando l'ambulanza. Poi resterà al San Raffaele per 2 giorni in osservazione. Sarà operato negli Usa, a Cleveland, in Ohio, un mese dopo quando gli impiantano un pacemaker. Famose le sue parole ''beva subito'' del novembre 2013 sul palco del Consiglio nazionale del Pdl quando dopo un'ora e mezzo di comizio, il Cav affaticato si aggrappa al leggio per un calo di pressione: in quell'occasione il medico salì sul palco per aiutarlo a riprendersi. Dal 2014 a impensierire Zangrillo e la sua équipe è soprattutto il cuore del Cav. Nel 2015 l'operazione del pacemaker al San Raffaele. Un anno dopo lo attende quello che lui definirà una ''prova molto dolorosa'': l'operazione a cuore aperto per la sostituzione della valvola aortica ancora una volta al San Raffaele. ''Ha davvero rischiato la vita'', disse Zangrillo. Il 2020 del leader forzista sarà segnato dal Covid: il 2 settembre, dopo il soggiorno estivo a Villa La Certosa in Sardegna, risulta positivo e due giorni più tardi viene ricoverato al San Raffaele per un inizio di polmonite bilaterale: lascerà l'ospedale milanese dieci giorni dopo, il 14 settembre. Il virus si manifesta in una forma assai aggressiva. E siamo arrivati ai primi di aprile del 2023, quando Berlusconi è costretto a ricoverarsi al San Raffaele per una infezione polmonare. Vicino a lui c'è sempre stato Zangrillo.