Tra grandinate, bombe d'acqua e tempeste ha già danneggiato centinaia di imprese agricole Firenze, 13 giu. - (Adnkronos) - Non ci sono più le stagioni: ripetono gli agricoltori guardando sconsolati i pesanti effetti che grandinate, bombe d’acqua, tempeste e gelate tardive hanno avuto sulle coltivazioni. E’ stata una primavera da dimenticare nelle campagne della nostra regione dove si sono abbattuti sei eventi estremi tra aprile, maggio e la prima parte di giugno secondo l’Osservatorio Città Clima. Eventi che hanno danneggiato i raccolti e compromesso, molte volte, anche la capacità produttiva delle imprese nel prossimo futuro. A dirlo è Coldiretti Toscana dopo il prolungamento dell’allerta gialla per temporali forti e rischio idrogeologico su tutta la Toscana anche per l’intera giornata di domani, mercoledì 14 giugno 2023. Secondo Coldiretti i soli episodi grandinigeni e l’alluvione dell’Alto Mugello hanno colpito pesantemente oltre 300 aziende agricole. 170 sono le attività ferite dalle grandinate di aprile sulla base del censimento della Regione Toscana. I chicchi di grandine che si sono scagliate su viti, ortaggi, alberi da frutto e cereali hanno prodotto 8 milioni di euro di danni di cui 2,4 milioni nella provincia di Arezzo. Danni superiori al milione di euro anche in provincia di Firenze, Grosseto, Siena e Lucca dove si registra anche il maggio numero di aziende coinvolte, ben 49. 150 sono invece le aziende tra Marradi, San Godenzo, Firenzuola e Palazzuolo sul Senio nell’Alto Mugello interessate dalle centinaia di frane, smottamenti e cedimenti di terreni coltivati, frutteti, pascoli e castagneti dovuti alle straordinarie precipitazioni che si sono scese in poche ore sull’Appennino che stanno paralizzando il settore primario. Ma ancora, proprio per la presenza di numerose frane, non ci sono stime attendibili. Un conto destinato a salire se teniamo conto delle gelate tardive e delle tante burrasche che hanno caratterizzato la primavera. Attese dagli agricoltori dopo la siccità del 2022 ed un inverno tra i più caldi della storia, le precipitazioni hanno superato ogni previsione. A maggio sulla Toscana sono caduti mediamente 132 mm di pioggia, l’85% in più di pioggia rispetto al periodo 1993-2023, pari a 61 mm. Una quantità eccezionale che ha ricaricato le falde, riportato il livello di riempimento di invasi e bacini ben al sopra il livello di guardia (+70% Arno, + 144% Fiora, + 17% Magra, + 120% Ombrone - + 54% Serchio, + 81% bacini della Toscana costa, + 42% bacini Versilia) ed allontanato lo spettro siccità ma che ha provocato anche allagamenti nei campi seminati e rovinato i raccolti pronti per la vendita. Sorvegliate speciali sono ora le coltivazioni primaverili come il grano che nelle prossime settimana sarà mietuto. Se le probabilità di una nuova estate di passione e siccità sono più lontane, questo non significa rallentare nell’attuazione delle misure di mitigazione degli effetti della crisi climatica a cui sono esposte le produzioni agricole. Mitigazioni che passano dalla lotta agli sprechi di acqua ad aumentare la raccolta di acqua piovana di cui oggi tratteniamo appena l’11% fino agli investimenti sull’agricoltura di precisione e all’incremento delle superfici irrigabili che in Toscana sono appena il 14%. “Dobbiamo arrivare a salvare il 50% dell’acqua che cade dal cielo per metterla a disposizione delle colture agricole ma anche della comunità realizzando infrastrutture per lo stoccaggio come previsto dal nostro piano nazionale laghetti che abbiamo presentato insieme ad Anbi Nazionale. – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi - – E per raggiungere questo obiettivo dobbiamo accelerare sul progetto di recupero dei migliaia di piccoli invasi censiti che la burocrazia ha svuotato in questi anni e che possono rappresentare una ipoteca sul futuro della nostra agricoltura e dei territori. Un obiettivo a cui sta lavorando il tavolo regionale voluto dal Governatore Giani di cui facciamo parte e la cabina di regia del Governo. Le aziende agricole, con il loro lavoro, garantiscono un contributo fondamentale non solo per la produzione di cibo ma anche per il turismo e l’immagine della Toscana nel mondo”.