Kiev, 20 giu. (Adnkronos) - Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha accusato la Nato di voler "combattere" in Ucraina in quanto l'Alleanza ha dimostrato di non voler fermare le ostilità. Durante la sua visita ufficiale a Minsk, in Bielorussia, Lavrov ha sottolineato che "per bocca" del segretario generale della Nato, Jens Stolteberg, Mosca sa che gli alleati dell'Ucraina "sono contrari al 'congelamento', come si suol dire, del conflitto in Ucraina". "Quindi vogliono combattere. Bene, lasciamoli combattere. Siamo pronti per questo", ha proseguito Lavrov, che ha incontrato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e gli omologhi dei Paesi che compongono l'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva. Lavrov, citato dall'agenzia Interfax, ha assicurato che la Russia conosce gli obiettivi della Nato in Ucraina da "molto tempo" e che ora cerca di metterli in pratica. "Allo stesso tempo dichiarano che non stanno conducendo una guerra contro la Russia", ma "riconoscono che se non avessero fornito armi al regime di Kiev, tutto sarebbe finito - ha detto - Questo è un riconoscimento de facto che sono un partecipante diretto alla dichiarata guerra ibrida contro la Russia".

La Russia intanto vede scarse possibilità di colloqui di pace con l'Ucraina tornando ad accusare Kiev per questo. Il presidente russo Vladimir Putin "è aperto al dialogo, a contatti" e "sabato scorso c'è stato uno scambio abbastanza produttivo con la delegazione africana, dialogo che continuerà", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in dichiarazioni riportate dall'agenzia russa Tass. La questione, ha affermato, è "la potenziale efficacia di un simile scambio". "Tenendo conto della posizione adottata dal regime ucraino e considerando la storia di questa posizione - ha aggiunto - in questo momento è difficile parlare di basi stabili per eventuali colloqui".

Dagli Usa, Donald Trump afferma che per anni ha evitato la guerra in Ucraina, avvisando Putin del fatto che se invadeva il territorio ucraino "avrebbe pagato un prezzo alto". Intervistato da Fox News, l'ex presidente americano ritorna a sostenere che con lui alla Casa Bianca non ci sarebbe stata la guerra, rivendicando la sua relazione "molto buona" e "forte" con il presidente russo. "Non l'avrebbe fatto se ci fossi stato io - ha detto riferendosi a Putin e all'invasione - lo ha fatto solo dopo che io ho lasciato la Casa Bianca". Trump ha sostenuto che più volte, mentre era presidente, ha minacciato Putin di rappresaglie in caso di invasione dell'Ucraina, e queste parole - ha aggiunto - erano "tutto quello che serviva" per evitare un conflitto in grande scala. Infine, Trump è tornato a ripetere che lui potrebbe mettere fine "in 24 ore" al conflitto, spingendo Putin e Volodymyr Zelenski in una stessa stanza a negoziare. "Sarebbe tutto molto rapido e la morte e la distruzione si fermerebbero", ha affermato, rifiutandosi comunque di esprimere le sue posizioni riguardo alle questioni principali del negoziati, compreso il controllo della Crimea, per non "ostacolare" il processo.