Roma, 26 giu. (Adnkronos/Labitalia) - “Abbiamo più di 400mila precari con più di 36 mesi di servizio e l’Europa chiede di stabilizzarli, soltanto in Italia la scuola funziona grazie alla precarietà. Finalmente il governo sta rispondendo a questa necessità con un decreto-legge che, però, in questo momento, non parla della parità di trattamento tra personale precario e quello di ruolo. Oggi come Anief abbiamo presentato almeno due soluzioni: quella di reclutare dalle graduatorie delle supplenze e quella di avere una specifica indennità anche per i precari come la Cassazione ha già definito”. Così il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, a margine dell’audizione del sindacato presso la IV commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato. “Siamo stati i primi ad essere auditi, un riconoscimento per i 13 anni di battaglie nelle aule parlamentari, ma soprattutto nei tribunali. Grazie ad Anief, 50mila supplenti dal 31 agosto potranno avere 500 euro di carta docenti per la formazione", ha continuato il presidente del giovane sindacato. "L’avvocatura Anief ogni settimana fa attribuire più di 300mila euro di risarcimento ai precari per un ammontare di più di 5 milioni di euro negli ultimi cinque mesi. Sono piccole soddisfazioni, ma non basta perché ancora oggi i precari sono discriminati”, ha spiegato ancora. “Sulla procedura di infrazione -ha aggiunto Pacifico- noi vogliamo innanzitutto che venga garantita la parità di trattamento tra personale precario e personale di ruolo, sembra una cosa semplice ma non è così. Vorremmo che tutte le cattedre senza titolare fossero date in primo luogo sulle supplenze annuali. Inoltre, ci sono anche altri problemi riguardanti gli insegnanti precari di Religione cattolica. In questo caso basterebbe, dopo il concorso riservato, aumentare fino a 100 per cento dei posti e non il 70 per cento attuale". "C’è anche un problema sulla ricerca -ha continuato Pacifico- perché la carta europea dei ricercatori del 2005 non è ancora entrata nel nostro ordinamento e così migliaia di dottori di ricerca e assegnisti non sono riconosciuti come tali. Infine, abbiamo bisogno di riconoscere il servizio svolto nella scuola paritaria. Queste sono in sintesi le 15 proposte che abbiamo fatto, speriamo che vengano ascoltate perché, se no la procedura di infrazione rimarrà tale e quale e Anief continuerà a denunciare alle istituzioni europee quello che non funziona qui in Italia”, ha concluso illustrando le proposte presentate in Senato.

Scuola: Pacifico (Anief), 'basta con discriminazioni tra personale di ruolo e precario'

È appena terminata l’audizione al Senato per discutere del decreto legge Salva-Infrazioni 69/23: a presentare i motivi degli emendamenti da introdurre il sindacato Anief, nel corso dell’incontro in IV commissione di Palazzo Madama, Politiche dell'Unione Europea. Marcello Pacifico, presidente nazionale della giovane organizzazione sindacale, ha illustrato le 15 proposte di modifica agli articoli 11, 14 e 15 del DL approvato dal Consiglio dei Ministri, a partire dagli effetti della procedura di infrazione n. 2014/4231 sui contratti di lavoro a tempo indeterminato nel settore pubblico, in particolare sul precariato scolastico, universitario e Afam. Il leader Anief ha chiarito come questo sia “un giorno importante, perché ci si sta occupando di un provvedimento legislativo che guarda ai precari e vuole dare una risposta all’Europa”, che certamente ha bisogno di segnali forti. “Parleremo dei precari della scuola, dell’Afam e dell’Università, ma anche della Carta docenti. Su quest’ultima riceviamo giornalmente sentenze che vedono protagonisti i legali Anief, grazie ai quali i precari discriminati vengono risarciti”. “Stiamo quindi parlando -ha continuato Pacifico- di una procedura di infrazione del 2014, preceduta da un’altra dal 2010. In seguito ci sono state le sentenze Mascolo e Motter, oltre a quelle della Cassazione italiana del 2012 e 2016. L’Europa ha anche inviato una lettera di messa in mora, a cui l’Italia ha risposto a giugno, dopo che Anief ha avuto una raccomandazione del Consiglio dell’UE: quindi, in sintesi, è la prima volta che l’Italia si occupa di questa materia, dopo 13 anni. Ora parliamo delle soluzioni”. Il sindacalista autonomo, a proposito della ricostruzione di carriera del personale di ruolo, ha detto che “il servizio verrà valutato per intero. Ora, nella procedura di infrazione troviamo due principi: il primo evidenzia come il personale precario non più avere un trattamento diverso da quello del personale di ruolo, il secondo assicura la non discriminazione. Quindi, non deve avvenire l’abuso dei contratti a termine, se accade bisogna risarcire. Quindi, se non ci sono i soldi per pagare scatti, ferie, ecc. almeno non si obblighi a rinunciare al privilegio dei 180 giorni più uno. Al fine di porre una soluzione a questo problema, la Cassazione ha individuato la misura risarcitoria: in presenza di un abuso di contratti a termine per più di 36 mesi su posto vacante e disponibile, tale abuso va risarcito con una somma che va da 2,5 mensilità a 12 mensilità”, ha aggiunto ancora.