(Adnkronos) - La decisione della BCE di aumentare per l'ennesima volta i tassi d'interesse come strumento per cercare di contrastare l'inflazione nei Paesi dell'Eurozona ha portato un'ulteriore impennata nei tassi dei mutui immobiliari. Infatti, tra le conseguenze più dirette del rialzo dei tassi, se da un lato c'è la riduzione progressiva dell'inflazione, dall'altro le rate dei mutui salgono, a prescindere dalla tipologia di mutuo scelto. Il risultato è che in circa un anno l'importo della rata del mutuo in alcuni casi è aumentato di circa il 60%. In sintesi, oggi il tasso di finanziamento principale è al 4%, dopo il recente aumento di un quarto di punto percentuale, il tasso sui depositi è al 3,50%, il tasso sui prestiti marginali è al 4,25%. Con l'aumento al 4% infatti l'Euribor, ovvero il tasso di riferimento utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile, attualmente varia dal 3,44% ad 1 mese al 3,61% a 3 mesi, dal 3,9% a 3 mesi fino al 4,14% a 1 anno. Ma la tendenza è ad un ulteriore rialzo nel mese di luglio, come già annunciato dall'autorità comunitaria che intende ritoccare di ulteriori 0,25% i tassi d'interesse. In questo scenario, l'ABI, Associazione Bancaria Italiana, ha dichiarato che a maggio, quindi prima dell'ultimo rialzo dei tassi voluto dalla BCE, il tasso medio dei mutui di nuova erogazione ha raggiunto il 4,2%, due punti percentuali in più rispetto al 2022. Per comprendere meglio l'entità dell'aumento delle rate di un mutuo, facciamo qualche esempio. Tenendo come base il tasso Euribor al 4%, per un mutuo immobiliare a 25 anni di complessivi 200 mila euro stipulato 10 anni fa, quando lo stesso tasso era all' 1,61% e la rispettiva rata mensile era pari a 810 euro, oggi si pagherebbe 1.192 di rata mensile. Va peggio in caso di mutuo a 30 anni, stipulato per complessivi 200 mila euro due anni fa, quando il tasso era ancora più basso (0,97%), in quest'ultimo caso la rata oggi sarebbe praticamente raddoppiata, 1.401 euro rispetto a quella iniziale di 705 euro.