Kiev, 3 lug. (Adnkronos/Europa Press) - "Non possiamo immaginare l'Ucraina senza la Crimea. E dal momento che la Crimea è sotto occupazione russa, significa solo una cosa: la guerra non è ancora finita". Lo ha affermato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un'intervista alla Cnn che sarà trasmessa mercoledì ma di cui sono state pubblicate alcune anticipazioni. Alla domanda se, nelle idee di Kiev, esista uno scenario in cui possa esserci la pace senza la riconquista della Crimea, Zelensky ha risposto: "Allora non sarà vittoria". Parlando della ribellione armata del Gruppo Wagner, il leader ucraino ha sottolineato che la risposta di Vladimir Putin è stata "debole" ed il presidente russo "non controlla la situazione" nelle regioni del Paese. "Vediamo la reazione di Putin. È debole", ha detto Zelensky, riferendosi sempre all'ammutinamento dei mercenari guidati da Yevgeny Prigozhin. "In primo luogo, vediamo che non controlla tutto. L'avanzata della Wagner in profondità in Russia e la presa di alcune regioni mostra quanto sia facile farlo. Putin non controlla la situazione nelle regioni", ha aggiunto il leader ucraino, secondo cui "tutta la verticalità di potere che aveva si sta sgretolando".

Sul fronte della cronaca, le Forze Armate ucraine affermano di aver abbattuto 13 droni lanciati nelle ultime ore dalle forze russe contro il territorio ucraino. Secondo lo Stato Maggiore dell'Esercito di Kiev, "le forze di occupazione russe hanno sferrato un altro attacco da sudest con droni iraniani 'Shahed'". Un attacco per il quale sono stati utilizzati "17 droni". "Sono stati distrutti 13 droni Shahed, gli altri non hanno raggiunto gli obiettivi, non ci sono perdite", fanno sapere.

Sono "600" i combattenti russi "eliminati" in 24 ore dalle forze ucraine mentre prosegue il conflitto innescato il 24 febbraio dello scorso anno dall'invasione russa dell'Ucraina. E' quanto emerge dall'ultimo bollettino militare diffuso su Facebook dallo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, secondo cui sono in totale "circa 230.260" i militari russi morti in più di un anno di guerra. Stando al bollettino, dall'inizio del conflitto i russi hanno perso 4.057 tank, 4.220 sistemi di artiglieria, 391 sistemi di difesa antiaerea. Distrutti, secondo gli ucraini, 315 velivoli, 309 elicotteri, 3.573 droni (16 dei quali nelle ultime 24 ore), 1.264 missili da crociera e 18 unità navali.

''Negli ultimi anni 700mila bambini hanno trovato rifugio da noi, fuggendo dai bombardamenti e dalle zone di conflitto in Ucraina''. Così il deputato russo Grigory Karasin, capo del comitato internazionale del Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, su Telegram. Mosca afferma che l'obiettivo di portare i bambini dall'Ucraina nel territorio russo è quello di proteggere gli orfani e i bambini abbandonati nelle zone di conflitto. L'Ucraina afferma invece che molti bambini sono stati deportati illegalmente e gli Stati Uniti affermano che migliaia di bambini sono stati allontanati con la forza dalle loro case.

Il Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l’Ucraina (Icpa) apre oggi all'Aja un'indagine sull'invasione russa dell'Ucraina. Si tratta di un primo passo verso la creazione di un tribunale speciale per giudicare le azioni russe in Ucraina. Dell'Icpa fanno parte il procuratore generale di Kiev Andriy Kostin, il commissario per la giustizia dell'Unione europea Didier Reynders, l'assistente procuratore generale degli Stati Uniti Kenneth Polite e il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan.

Il presidente russo Vladimir Putin avrà questa settimana colloqui con il presidente cinese Xi Jinping e con il primo ministro indiano Narendra Modi per quello che è il primo vertice multilaterale dalla ribellione del gruppo Wagner. I tre leader si riuniranno virtualmente domani per un vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, un gruppo di sicurezza fondato da Russia e Cina per contrastare le alleanze occidentali dall'Asia orientale all'Oceano Indiano. Il forum è importante per Mosca che vuole dimostrare che l'Occidente non è riuscito a isolarla. Il gruppo comprende le quattro nazioni dell'Asia centrale di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Dal 2017 fa parte il Pakistan, mentre l'Iran dovrebbe aderire martedì. Anche la Bielorussia è in attesa dell'adesione.