(Adnkronos) - Dal 1° luglio 2023 diventa operativo il Decreto Legislativo 36/2023 con il Nuovo Codice Appalti. Di fatto il Decreto introduce una nuova disciplina in materia di contratti pubblici allo scopo di semplificare e accelerare le procedure di acquisto della Pubblica Amministrazione, in linea con quanto richiesto dal Pnrr. In realtà l'iter del Nuovo Codice Appalti è stato più complesso del solito. Infatti, il Nuovo Codice è divenuto operativo dal 1° aprile 2023, ma da quella data sono entrate in vigore solo alcune delle norme contenute. Solo a partire dal primo giorno di luglio, infatti, hanno acquisito efficacia quasi tutte le nuove disposizioni che diventano applicabili alle nuove procedure di appalto per bandi e avvisi pubblicati dopo tale data. Inoltre, rimane per ora sospesa, fino al 31 dicembre 2023, l'efficacia delle disposizioni in materia di digitalizzazione, accesso agli atti, pubblicità, verifica dei requisiti anche per i nuovi procedimenti di appalto. Dunque, fino alla fine del 2023 avvisi e bandi saranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale nella serie speciale dedicata ai contratti pubblici. A partire dal 1° gennaio 2024, invece, sarà utilizzabile per la gestione della pubblicità degli atti la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, BDNCP, gestita dall'ANAC. Tra le principali novità in vigore dal 1° luglio 2023, oltre alle norme contenute nel vecchio codice dei contratti pubblici che fa riferimento al Decreto Legislativo 50/2016, vengono abrogate ulteriori disposizioni incompatibili con il nuovo Codice Appalti e vengono introdotte diverse modifiche, come quelle al testo unico degli Enti Locali e al decreto sulla trasparenza (d.lgs 33/2013). Inoltre, vengono superate le linee guide e regolamenti dell'ANAC, se non diversamente previsto dal d.lgs 36/2023. Infine, dal 1° luglio è scattato il termine di 90 giorni per l'eventuale emanazione di regolamenti governativi o ministeriali sostitutivi di allegati al Nuovo Codice Appalti. L'effettiva entrata in vigore della nuova disciplina solleva alcuni dubbi e incertezze. In particolare, riguardo gli schemi di contratti tipo per le garanzie fideiussorie i decreti ad oggi vigenti non sembrano in linea con le nuove disposizioni. Infatti, ora la garanzia deve coprire la mancata aggiudicazione a partire dalla proposta di aggiudicazione, in quanto è in tale fase che viene verificata la validità dei requisiti. Inoltre, riguardo agli appalti finanziati dal Pnrr, dal Pnc e quelli cofinanziati dai fondi strutturali dell'UE, appare necessaria un'attività di coordinamento e verifica tra le diverse disposizioni in vigore (specie il decreto legge 77/2021 e il decreto legge 24 febbraio 2023 n.13) e le nuove norme introdotte dal d.lgs 36/2023 per individuare la disciplina da applicare a tali appalti. Ulteriori incertezze al momento riguardano la qualificazione degli esecutori di lavori pubblici, in quanto la normativa sinora in vigore permetteva all'aggiudicatario di eseguire direttamente tutti i lavori di cui si compone l'opera anche se non in possesso delle relative qualificazioni, o in alternativa, di subappaltare tali lavori specializzati a un'impresa in possesso delle necessarie qualificazioni.