Abodi, "combattere sedentarietà, una scuola su due non ha palestra"
Roma, 20 lug. (Adnkronos) - “Il gioco di squadra ci aiuterà nel raggiungere gli obiettivi, ed è quello che contraddistingue anche il nostro governo. La nostra agenda è finalizzata al miglioramento degli elementi che compongono le fasi della vita attraverso lo sport, tanto che abbiamo deciso di introdurre nell’articolo 33 della Costituzione l’importanza dell’attività sportiva”. Lo ha detto Andrea Abodi, ministro dello Sport e dei Giovani, intervenendo al XXXVII congresso nazionale Fmsi - Federazione medica sportiva italiana - ‘Età biologica, età anagrafica 2.0 una longevità in salute’.
“Ci sono due elementi mancanti. Il primo la sedentarietà: i dati sono interpretabili, ma siamo tra i primi Paesi dell’Ocse, una simmetria strana perché vinciamo e perdiamo, vinciamo e siamo seduti sul divano. Questa sedentarietà si manifesta anche in una differenza territoriale: al Sud ci sono molti più sedentari rispetto al Nord. Siamo più sedentari se abbiamo soltanto il diploma di scuola elementare”, ha detto ancora il ministro che ha posto poi l’accento sul problema della scuola.
“Come mai una scuola su due non ha una palestra? Come mai nella scuola primaria iniziamo a fare attività motoria soltanto in quinta elementare, per una-due ore salvo che per le attività di Sport e salute, che sono comunque attività di supplenza in attesa che si faccia il salto di qualità?”, ha chiesto Abodi che ha poi risposto dicendo che questo è il motivo per cui lui stesso lavora di più “con il ministro dell’Istruzione e del Merito, perché il nostro futuro parte dalla scuola, e poi si trascina di generazione in generazione, anche perché il concetto di transgenerazionalità passa dall’alfabetizzazione della base, ma è un processo lungo, ed è appunto un problema culturale”. “Lavoriamo, come dice la presidente Meloni, tenendo la barra dritta e siamo degli staffettisti, noi una visione ce l’abbiamo ed è per questo che metteremo la federazione e tutto l’ecosistema che ruota attorno al benessere di lavorare nelle migliori condizioni. Perché siete qualcosa di più: c’è chi ha curato il tempo, chi l’anima”, conclude il ministro.