Su Alleati per la Salute esperti a confronto sul questionario sicurezza cure rivolto a pazienti e cittadini Roma, 27 set. (Adnkronos Salute) - La consapevolezza degli errori in medicina è molto bassa tra pazienti e cittadini: ne hanno sentito parlare, ma non sanno effettivamente che cosa siano. E' quanto riporta un articolo pubblicato da Alleati per la Salute (www.alleatiperlasalute.it), il portale dedicato all'informazione medico-scientifica realizzato da Novartis, che mette a confronto esperti sui risultati di un sondaggio promosso da Novartis e curato da Insh (Italian Network in Safety Healthcare), somministrato da Doxa Pharma a 400 pazienti cronici e 800 cittadini sulla loro conoscenza in materia di sicurezza delle cure. "Lo studio - afferma Micaela La Regina, direttore f.f. Sc Governo e Rischio clinico Asl 5 La Spezia e vicepresidente Insh - ci mette davanti alla necessità di intervenire sicuramente con campagne educative e un po' a tutti i livelli, a cominciare dalle scuole per finire, adesso con la riforma, alle Case di comunità, le Case della salute, che sono i punti più prossimi alla cittadinanza. Potrebbe essere utile fare dei programmi per diffondere questi concetti. Sapere che lo stesso processo mentale per cui metto il sale nel caffè al posto dello zucchero è alla base di un errore di terapia, riduce la conflittualità, riduce anche questo problema così diffuso, adesso, che è alla base delle aggressioni". Affrontare il problema comporta un cambio di paradigma - sostiene Riccardo Tartaglia, professore dell'Università Marconi e presidente onorario di Insh - Più che lavorare sugli incidenti, sugli errori, di cui la gente parla malvolentieri, anche ovviamente chi ne è stato vittima", paziente e operatore sanitario, "dobbiamo invece lavorare di più su cosa fare per migliorare la qualità delle cure, su quelle che sono le cosiddette buone pratiche, che devono essere adottate per elevare i livelli di sicurezza e di appropriatezza delle cure". All'interno dell'area delle buone pratiche per la sicurezza delle cure, c'è il tema dello sviluppo dei farmaci e delle conoscenze che hanno pazienti e cittadini su queste tematiche degli studi clinici. "Mi ha sorpresa che solo una piccola percentuale, cioè la minoranza dei pazienti, tutto sommato ne ha conoscenza - commenta il direttore medico di Novartis, Paola Coco - mentre, sulla popolazione generale c'è veramente una disinformazione totale, anche su aree terapeutiche note come l'oncologia. Inoltre, non solo non hanno idea di come accedere agli studi, ma sia i pazienti che i cittadini considerano rischiosi gli studi clinici e li considerino solo per una certa categoria di pazienti, cioè quelli terminali". A questo proposito, continua Coco, "abbiamo visto che, grazie all'evolversi delle cure, in realtà su varie tipologie di farmaci, di patologie, noi riusciamo veramente fare la differenza; ed è veramente un peccato che spesso la paura di un evento avverso venga poi considerata la barriera principale alle cure, come ci dicono vari studi. Ma sappiamo anche che è nelle fasi più precoci delle malattie che le terapie possono poi effettivamente fare la differenza". L'articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/salute-20/sicurezza-delle-cure-cosa-ne-sanno-i-pazienti-e-i-cittadini.