Regioni, Fedriga: "Un patto sociale per fermare inflazione e povertà''
Torino, 2 ott. (Adnkronos) - “Siamo al secondo Festival delle Regioni 'L'Italia delle Regioni', dopo l'edizione di Milano, lo scorso anno, quest'anno in Piemonte a Torino qui il tema sono le infrastrutture sia materiali che immateriali che rappresentano un compendio delle sfide che il sistema paese dovrà affrontare da qui ai prossimi anni: dal Pnrr ovviamente per le infrastrutture fisiche, ma pensiamo a tutte le infrastrutture immateriali, le infrastrutture delle conoscenze, della formazione che sono fondamentali per rendere competitivo il paese. Da qui parte il confronto tra le regioni e dalle regioni verso il Governo, verso gli stakeholders''. Lo ha detto Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, ieri alla vigilia dell'avvio a Torino della seconda edizione de ‘L’Italia delle Regioni’, festival nazionale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Molti presidenti, ieri, hanno visitato il Villaggio delle Regioni in Piazza Castello, dove sono allestiti gli stand regionali dedicati alle eccellenze del territorio, con in programma incontri e spettacoli. Presente anche uno stand dedicato al Metaverso.
“Sicuramente abbiamo molti temi all'ordine del giorno: dalla sanità appunto alla parte infrastrutture per collegare il paese - insiste il presidente Fedriga - Un tema che mi preoccupa particolarmente è il divario sociale che si sta creando in questi anni, con l'aumento dell'inflazione e l'abbassamento del potere d'acquisto. La soluzione non può essere quella di una ridistribuzione della ricchezza attraverso l'aumento di tasse, sarebbe un fallimento per tutti i ceti perché poi quell’aumento si riversa anche su chi i beni li deve acquistare; deve essere invece un grande patto sociale tra mondo dell'impresa, mondo del lavoro e mondo delle istituzioni, per cercare di comprendere che aumentare il potere d'acquisto significa aumentare i consumi interni, significa dare nuove opportunità al nostro sistema produttivo che vive, in gran parte, di consumi interni”.