Oltre il 78% si dirige verso l'Europa Roma, 10 ott. (Adnkronos/Labitalia) - "Crescita della mobilità dell'87% negli ultimi 17 anni (2006-2022) arrivando a 6milioni di iscritti all'Anagrafe degli italiani all'estero. Una comunità che in tutto questo arco di tempo si è trasformata trovandoci in un Paese caratterizzato da un inverno demografico, mentre all'estero la comunità italiana è sempre più numerosa". A dirlo Delfina Licata, sociologa delle migrazioni della Fondazione Migrantes, intervenendo convegno 'L’Italia delle partenze e dei ritorni. Pensionati migranti di ieri e oggi', organizzato da Inps e Fondazione Migrantes. "Noi - spiega - stiamo assistendo anche a uno svecchiamento di questa comunità grazie a due elementi: da una parte le nascite all'estero di cittadini italiani e dall'altra parte abbiamo le acquisizioni di cittadinanza un elemento questo che noi chiamiamo esogeno e che sono coloro i quali da oriundi prendono la cittadinanza italiana e che caratterizza in particolare l'America meridionale". "Il 42% di coloro che lasciano il nostro Paese - fa notare - sono giovani tra i 18 e i 44 anni. Noi in questo momento abbiamo una comunità di cittadini e cittadine over 65, oltre 1,2 milioni, caratterizzata maggiormente da donne, abbiamo una disaggregazione delle classi di età dove vediamo che 285mila hanno oltre 85 anni. Quindi ciò significa avere una serie di necessità, ricordando che l'emergenza sanitaria ha bloccato la mobilità previdenziale che sta per partire. La mobilità odierna è soprattutto europea, oltre il 78% si dirige verso l'Europa. I principali Paesi in cui la comunità degli anziani sono Argentina, Brasile, Germania, Svizzera e Francia. Sicilia, Calabria, Lazio e Veneto rappresentano le maggiori comunità di origine di italiani residenti all'estero e le province sono Agrigento, Roma, Avellino e Cosenza".