Covid, medico multato per aver lavorato troppo in pandemia scrive a Mattarella
Roma, 21 ott. (Adnkronos Salute) - E' stato multato per aver lavorato troppo in Pronto soccorso durante l'emergenza pandemica da covid. E ricevuta la richiesta di pagare 27mila euro, un medico pugliese ha deciso di scrivere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Protagonista della vicenda Vito Procacci, direttore Pronto Soccorso e Medicina d'emergenza e urgenza dell'Azienda ospedaliera universitaria Policlinico di Bari, "una delle più grandi e avanzate strutture di emergenza del nostro Paese - scrive il camice bianco a Mattarella - che durante il periodo del Covid è arrivata a salvare la vita a 8.600 pazienti, di cui 1.600 ventilati meccanicamente”.
La sua missiva ha fatto il giro del web. Nella lettera, pubblicata sul suo profilo Fb, Procacci si rivolge a Mattarella con tono affranto: "Le affido tutta l’amarezza - si sfoga - la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo ma nel quale ad oggi faccio fatica a riconoscermi. Nei giorni scorsi io e i miei colleghi, direttori di reparti interventistici, impegnati nel periodo Covid, siamo rimasti allibiti nell’aver ricevuto dal locale Ispettorato del lavoro una pesante e paradossale sanzione amministrativa, che nel mio caso è pari a 27.100 euro. Tutto ciò per aver adempiuto al nostro dovere ineluttabile di operatori sanitari durante il periodo tragico dell’emergenza Covid. Il verbale ci imputa di non aver rispettato all’epoca i riposi prescritti e aver lavorato più delle ore previste (tra l’altro calcolo tecnicamente infondato)".
Naturalmente "io e i miei colleghi abbiamo fatto opposizione - prosegue Procacci nella missiva indirizzata al Capo dello Stato - ma non posso negarle che mi sento profondamente ferito da un Paese che fino a poco tempo fa ci definiva eroi, insignendoci, tra l'altro, di un premio per 'aver fatto respirare la Gente di Puglia' e oggi ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale di sanzione amministrativa". Infine, "concludo togliendomi il camice per un attimo e parlandole da cittadino, uomo e padre che non riesce tutt'oggi a dimenticare le immagini di quella immane tragedia. Faccio fatica a credere che la mia gente si riconosca in questo provvedimento che non considero solo una mera sanzione ma anche un insulto a tutto il personale sanitario italiano e a tutti coloro che ancora oggi piangono la perdita dei propri cari".