Ucb, buoni risultati monoclonale per idrosadenite suppurativa
Esperti all’Eadv, ‘cura promettente, livelli elevati di risposta in 48 settimane’
Roma, 24 ott. (Adnkronos Salute) - Nei pazienti con idrosadenite suppurativa (Hs) da moderata a grave, nuovi dati evidenziano alti livelli di risposta clinicamente significativa con bimekizumab, un anticorpo monoclonale progettato per inibire selettivamente sia l'interleuchina 17A (Il-17A) che l'interleuchina 17F (Il-17F), due citochine ‘chiave’ alla base dei processi infiammatori. Questi, in sintesi, i risultati delle prime analisi dei dati aggregati di due studi di Fase 3 (Be Heard I e II) presentati da Ucb, azienda biofarmaceutica multinazionale, nel corso di tre presentazioni orali e diversi poster al Congresso dell’Accademia europea di dermatologia e venereologia (Eadv) 2023 che si svolto recentemente a Berlino, in Germania.
"I pazienti affetti da idrosadenite suppurativa - afferma Emmanuel Caeymaex, Executive Vice President, Immunology Solutions and Head di Ucb, Usa - vivono con una delle malattie dermatologiche croniche sistemiche più complesse e gravose. C'è una necessità urgente di nuove opzioni terapeutiche capaci di offrire una risposta clinica elevata e duratura. I dati presentati all'Eadv hanno dimostrato che nell'arco di 48 settimane molti pazienti trattati con bimekizumab hanno raggiunto livelli elevati di risposta. Questi risultati suggeriscono che l'inibizione dell'IL-17F in aggiunta all'IL-17A rappresenta un approccio terapeutico promettente” per la patologia.
"Il programma di studi clinici di Fase 3 su bimekizumab nell'idrosadenite suppurativa - spiega Christos C. Zouboulis, presidente della Fondazione europea per l'Hs, direttore di Dermatologia, venereologia, allergologia e immunologia Städtisches Klinikum Dessau, e Founding Professor di Dermatologia e Venereologia presso la Brandenburg Medical School - comprendeva gli esiti clinici più severi misurati dallo standard Hiscr75-90-100, oltre allo standard Hiscr50. In questi studi - continua - bimekizumab ha dimostrato, alla settimana 16, miglioramenti clinicamente significativi, rispetto al placebo, ancor più evidenti nei pazienti che sono rimasti negli studi fino alla settimana 48. Inoltre, nel corso del tempo, sono stati osservati miglioramenti della gravità della malattia nella maggior parte dei pazienti con idrosadenite suppurativa grave al basale, passata a malattia lieve o moderata, secondo il sistema di classificazione dinamica Ihs4".
L'idrosadenite suppurativa (Hs) è una malattia infiammatoria della pelle, cronica, ricorrente, dolorosa e debilitante, associata a manifestazioni sistemiche. I sintomi principali sono noduli, ascessi e fistole, che si riscontrano tipicamente sotto le ascelle, nell'inguine e nei glutei. Le persone affette da Hs hanno riacutizzazioni della malattia e forti dolori, che possono avere un impatto molto negativo sulla qualità della vita. La patologia si sviluppa più comunemente nella prima età adulta e colpisce circa l'1% della popolazione. Il dolore, le secrezioni e le cicatrici non sono solo un problema fisico, ma causano anche un problema di stigma sociale che può portare imbarazzo, isolamento sociale, bassa autostima, compromissione della vita sessuale con un impatto su tutti gli aspetti della vita, comprese le relazioni interpersonali, l'istruzione e il lavoro. La sicurezza e l'efficacia di bimekizumab in questa patologia non sono ancora state stabilite e il suo uso non è approvato da nessuna Autorità regolatoria a livello mondiale.