Carlo, le amanti e quel sottile messaggio di Diana
Londra, 25 ott. (Adnkronos) - Esiste un linguaggio del corpo, ma anche uno degli abiti. Questo, Diana, moglie dell'allora principe di Galles e futuro re britannico, lo sapeva bene e non solo. A quanto scrive Tina Brown in 'The Palace Papers: Inside the House of Windsor', infatti, la mamma di William e di Harry ne sapeva anche fare un uso sapiente. Durante il concerto 'Live Aid' allo Stadio di Wembley del 13 luglio 1985 per raccogliere fondi per la carestia in Etiopia, sugli spalti accanto a Carlo, Diana indossò un riconoscibile abito a pois e a righe "con lo scopo di fare impazzire Camilla". Per gli spacchi vertiginosi o un vistoso décolleté? No, il vestito era assolutamente casto e, soprattutto, la principessa non era il tipo da provocazioni di bassa lega. E il suo messaggio più sottile, tanto da cogliere nel segno.
Ma, per comprendere quel che successe quel giorno di quasi 40 anni fa a Londra, bisogna prima fare un passo indietro. Questa storia inizia infatti negli anni '70 del secolo scorso, quando Carlo, che già frequentava Camilla, si vedeva contemporaneamente con tale lady Dale "Kanga" Tryon, una stilista australiana che king Charles definì "l'unica donna che mi abbia mai veramente capito". In quel periodo, a quanto pare, l'ex duchessa di Cornovaglia e l'imprenditrice furono "serie rivali" e si odiarono a morte. Almeno fino al 1981, quando Carlo convolò a nozze con Diana e il suo presunto triangolo amoroso con le due donne si interruppe.
Ma se riuscì a rinunciare alla Tryon, nel giro di pochi anni, come è noto, il futuro re riprese invece la propria frequentazione con Camilla. Ed ora appare finalmente chiaro anche per noi il messaggio che Diana le lanciò con il suo abito dagli spalti di Wembley. Sapendo che l'amante del marito avrebbe riconosciuto il vestito che indossava, e che portava proprio la firma della sua ex, senza pronunciare una sola parola, le disse: "So che tu adesso sei l'altra donna, ma ricorda quando c'era un'altra a cui Charles si rivolgeva, invece che a te, e che pensava lo capisse meglio di chiunque altra".