Leasing, Assilea: "A Ue prime positive risposte su revisione Basilea3"
Conclusa a Milano la sesta edizione del Salone del Leasing
Milano, 26 ott. (Adnkronos) - Un’Italia produttiva 'solidissima' (Fortis, Edison) che se vuole continuare a crescere deve battersi in Europa, affinché la revisione delle regole di Basilea3 "non provochi il restringimento dell’accesso al credito alle pmi che contribuiscono per il 70% del nostro Pil" (Mescieri, Assilea) e che deve "mettere ancora più risorse nella Nuova Sabatini e non fermare le garanzie Sace" (Brunori, Confindustria), per continuare quella spinta che ci ha fatto crescere più di Usa, Germania, Uk e Francia nell’ultimo biennio. Anche grazie al supporto del leasing agli investimenti produttivi, che quindi non vanno fermati. Questa la fotografia emersa da Lease2023, il Salone del Leasing organizzato da Assilea, che si è concluso oggi a Milano con gli approfondimenti su 'La contribuzione del Pnrr alla crescita del Paese' e 'Crescita sostenibile: opportunità e minacce'.
A conclusione della kermesse è intervenuto Marco Zanni, europarlamentare e presidente del gruppo europeo Identità e Democrazia: "In un momento in cui abbiamo più che mai necessità di investimenti -ha detto- stiamo cercando di far capire alle istituzioni europee l'importanza di non penalizzare il leasing, come l'impianto iniziale di Basilea3 rischiava di fare. Ci vuole una visione politica al di sopra di quella tecnica. Stiamo affrontando una sfida importante per cambiare il modello di sviluppo industriale, ma se non calibriamo bene gli strumenti normativi non centreremo i nostri obiettivi. In questo senso, nella negoziazione tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue siamo riusciti a far inserire un mandato molto ampio all’Eba affinché analizzi un approccio corretto per il leasing, sulla base della reale minore rischiosità dello strumento. Il testo consolidato arriverà per metà novembre e ci possiamo aspettare la pubblicazione ufficiale per inizio 2024".
Assilea, ha presentato i risultati dello studio realizzato da kpmg, ha stimato che oltre agli incentivi previsti dal Pnrr, il leasing può veicolare nel sistema economico del Paese ulteriori risorse fino a 105 miliardi nel quadriennio 2023-2026. Per questo Assilea si confronta con il governo per ottenere il pieno riconoscimento del leasing come strumento di finanziamento in tutte le misure del Pnrr.
"Nei bandi pubblici il leasing non sempre viene incluso tra le forme di finanziamento ammesse -spiega Guido Tirloni, partner Kpmg Advisory-; l'Unione europea equipara il leasing a tutte le forme di finanziamento a sostegno degli investimenti. Abbiamo realizzato un’analisi dalla quale emerge che i bandi dove è ammesso il leasing mostrano un utilizzo migliore delle risorse rispetto a quelli in cui questo strumento non è consentito. Ammettere sempre il leasing come modalità di acquisizione dovrebbe essere percepito come un interesse generale".
"Sappiamo -gli fa eco Joseph Brigandì, direttore team public & administration Deloitte Legal- che il contratto appalto comporta l’iscrizione a bilancio di un debito, questione superata con la scelta di un contratto di leasing. Tuttavia, non si capisce perché il privato sceglie in massa il leasing per finanziare ad esempio la realizzazione di nuovi siti produttivi, mentre i vantaggi che lo strumento comporta non vengano percepiti quando cambia il soggetto e diventa pubblico".
Altro fronte cruciale è quello della crescita sostenibile. Dal Salone del leasing emerge come, nella fase attuale, sia evidente una carenza informativa e come il primo necessario sforzo debba essere quello di favorire la messa a sistema di tutti i dati esistenti, rendendoli interoperabili e disponibili. Eni per l’energia, le Camere di commercio per la geolocalizzazione, i dati Istat, cui poi aggiungere le micro-informazioni dell'impresa privata.
"Sta cambiando il paradigma di produzione del valore, fino a oggi estraneo a tutto ciò che avveniva all'esterno dell'azienda -sottolinea Andrea Nobili, resp. ufficio consulenza tributaria e contabile Abi-. L'impresa è ora chiamata a valutare insieme tutti gli aspetti, interni ed esterni. Ben vengano dunque le banche come strumento della rivoluzione, ma non possono fare i gendarmi sanzionatori. Una banca che dice a un’azienda: non ti finanzio perché non sei sufficientemente green, può essere un problema. Infine, dovremmo domandarci se sia opportuno estendere così tanta compliance a soggetti anche piccoli".
"Dobbiamo evitare l’effetto stigma -conferma Polo Marullo Reedtz, presidente comitato tecnico per gli standard di sostenibilità Oic- cioè che le imprese siano razionate nel credito perché sarebbero penalizzate proprio negli investimenti volti a cambiare la loro natura o quella delle loro produzioni in una visione green, magari solo per l’assenza di adeguate informazioni".
"Italia e Spagna -evidenzia Marco Fortis, vice presente e direttore della Fondazione Edison- hanno sostanzialmente recuperato il livello del 2019 più una crescita del 3% mentre Germania, Francia e Uk che sono indietro con la locomotiva di Europa che sta registrando una crisi strutturale, legata soprattutto all’andamento dell’auto".
"Mi aspetto che la crescita dello 0,7-0,8% previsto per quest’anno rimanga simile nel 2024. L’Italia è uscita bene dal Covid e grazie al consolidamento delle misure adottate precedentemente, a cominciare dalla fortissima propensione agli investimenti stimolata dal Piano Industria 4.0 e sostenuta dal leasing. A livello di investimenti in macchinari, l’Italia è sopra al 7% sul PIL, con Germania e Stati uniti che sono almeno un punto indietro. Come competitività, l’Italia è terza al mondo per maggior numero di leadership nei diversi settori".
Certo, "facciamo tutto questo con delle Ferrari che corrono su uno 'sterrato' digitale e questa è la grande sfida, a cominciare dalla Pa, ma l’Italia è solidissima, se fate una domanda a un analista di Moody’s scoprirete che non sa nulla del Paese. Dobbiamo ribellarci e promuovere le storie di imprese di eccellenza come quelle che sono state portate sul palco del Salone del leasing".
"Circa la fase di rallentamento -aggiunge Francesca Brunori, direttore area Credito e Finanza di Confindustria- devo segnalare la caduta degli investimenti a causa del rialzo dei tassi, in particolare nel settore delle costruzioni. Il fattore dei tassi di interesse pagate dalle imprese nuove operazioni che in media è salito ad agosto sopra il 5%. Questo contrasta con la spinta alla transizione green, che chiama le imprese a nuovi importanti investimenti, anche considerando che si è esaurita la loro disponibilità di liquidità. Nella manovra ci sono interventi positivi, come il rifinanziamento dei Contratti di sviluppo e della Legge Sabatini (i cui fondi andrebbero incrementati). Manca completamente un intervento volto a confermare l’attuale impianto per l’accesso al credito da parte delle Pmi".
"I dieci rialzi consecutivi dei tassi di interesse su un arco temporale così breve -rimarca Andrea Bianchi, direttore generale Confidi Systema- ci dà un vigoroso calo del credito, circa 50 miliardi in meno, segnalo che è percentualmente significativo sulle aziende più piccole. Leggiamo un atteggiamento di prudenza e attesa delle pmi molto diffuso, che impatta sulla dinamica macro e la crescita del Paese. Abbiamo poi delle apprensioni sulla bolletta energetica, che nell’ultimo mese ha visto crescere le quotazioni del gas, sia pure non a livello dei picchi del 2022. Abbiamo, emerge anche qui al Salone del Leasing, un sistema di imprese con grandissime potenzialità: facciamole correre".