Roma, 11 nov. (Adnkronos) - "Che volete fare, volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo se sarà necessario e quando sarà necessario". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei suoi 'Appunti di Giorgia' - "la rubrica con la quale facciamo il punto sulle iniziative più importanti portate avanti dal governo" - a proposito delle riforme, dicendo stop ai governi scelti sulla testa dei cittadini. "Questa riforma - ha attaccato - non serve a qualcuno, serve a tutti, indipendentemente da chi governa e lo sanno anche quelli che per calcolo politico la stanno osteggiando senza però offrire argomenti seri perché la verità è che si sono talmente abituati a governare perdendo le elezioni che vogliono continuare a fare così anche in futuro". "Questa puntata la cominciamo da qui, dalla stanza nella quale a Palazzo Chigi sono raccolte le fotografie di tutti i presidenti del Consiglio dall'Unità d'Italia ad oggi - ha detto in apertura del video - Questi sono gli ultimi presidenti del Consiglio. Lì, dove c'è uno spazio vuoto, quando sarà finito il mandato di questo governo comparirà anche la mia foto, ma ci vuole tempo, ancora almeno quattro anni". Nei suoi appunti Meloni ha parlato anche della manovra - definendola "seria, realistica", che "non getta risorse dalla finestra" - ed è tornata anche sull'accordo con l'Albania: "Abbiamo stretto con l'Albania un accordo storico" che "ha fatto discutere", "un accordo totalmente innovativo sulla gestione dei flussi migratori. Con questo accordo Italia e Albania collaborano su tre obiettivi fondamentali: contrastare il traffico di esseri umani; prevenire i flussi migratori irregolari; accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale". "Sono fiera" dell'intesa, "ovviamente chi non è d'accordo può dire quello che vuole, ma penso che non si possa sostenere che intendiamo deportare qualcuno in una nazione candidata all'ingresso nell'Unione Europea". "Cosa prevede l'accordo? In sostanza prevede che l'Albania dia all'Italia la possibilità di utilizzare alcune aree in territorio albanese per realizzare, sotto la giurisdizione italiana, due strutture dove gestire l'ingresso l'accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d'asilo ed eventualmente il rimpatrio degli immigrati illegali - ha detto ancora - In una prima struttura, che si trova nel porto di Shengjin, l'Italia ci occuperà delle procedure di sbarco e di identificazione e qui realizzerà un centro di prima accoglienza dove operare una prima attività di screening. Nell'area più interna di Gjader, invece, si realizzerà una seconda struttura sul modello dei Cpr per le successive procedure, rimpatrio compreso. La giurisdizione di questi centri sarà interamente italiana. Nei centri opererà personale italiano e le nostre forze di polizia, le nostre commissioni d'asilo, esattamente come accade nei centri presenti sul nostro territorio nazionale. Non ci sarà alcuna differenza, salvo che sono esclusi da questa possibilità donne e bambini". "L'Albania collaborerà invece con le sue forze di polizia sul fronte della sicurezza e sul fronte della sorveglianza delle strutture. I due centri potranno accogliere contestualmente fino a tremila immigrati per svolgere le procedure di frontiera. Procedure che, grazie a questo governo, possono essere diciamo esaurite in 28 giorni. Per questo, nell'arco di un anno potranno essere gestiti in Albania anche fino a 36mila migranti". "Io considero questo accordo un accordo dal grande respiro europeo. Un accordo con il quale l'Albania si conferma non solo una nazione storicamente amica dell'Italia, ma anche una nazione amica dell'Europa, dell'Unione Europea, perché nonostante l'Albania non faccia ancora parte dell'UE Tirana si sta comportando di fatto come se già lo fosse, facendo scelte che sono assolutamente in linea con i principi di cooperazione e di solidarietà che sono alla base dell'Unione europea. E' un accordo che secondo noi è storico, anche perché può diventare un modello per le altre nazioni, un modello di collaborazione tra Paesi UE e Paesi extra UE sul fronte della gestione dei flussi migratori. E io sono fiera del fatto che noi e l'Albania siamo stati i primi a immaginare una soluzione di questo tipo".