Roma, 13 nov (Adnkronos) - Dalla riforme agli scioperi, passando per le europee e il Terzo polo. Sono molti gli argomenti affrontati oggi dal leader di Azione Carlo Calenda al forum Adnkronos. "La riforma istituzionale della Meloni è pericolosissima per il Paese e per la Meloni. Ma se la vuole fare, la facesse", ha detto, spiegando: "I modelli istituzionali non li puoi inventare, li devi prendere da quelli che funzionano. La Germania funziona. Se noi pensiamo che un problema di primi ministri che perdono consenso può essere risolto blindandoli siamo sulla strada sbagliata. Non possiamo andare a fondo tutti quanti con il presidente del Consiglio sbagliato. Prendiamo il sistema tedesco e cambiamo il bicameralismo, che è già morto". E ancora sul presidenzialismo: "Come fa la Meloni a trovare una maggioranza in Parlamento? Noi non la votiamo, forse la vota Iv se cambia qualcosa ma non ci si avvicina neanche". "Il referendum elettorale è un suicidio. Fare le riforme con un governo che ha la minoranza del Paese, più l'autonomia. E si mette a fare questo giochino? Si farà male. Alla Meloni serve un argomento di campagna elettorale e vuole buttarla in caciara", ha aggiunto il leader di Azione. "La Schlein ha detto, dobbiamo vederci. Ma se i tempi sono quelli della Schlein la controproposta arriva dopo che è stato bocciato il referendum", ha detto ancora Calenda sul suo appello per una controproposta di tutte le opposizioni sulle riforme istituzionali. Quanto al braccio di ferro in corso tra il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e i leader di Cgil e Uil che tra le mobilitazioni contro la manovra hanno proclamato uno sciopero generale dei trasporti per il 17 novembre che il ministro vorrebbe precettare: "Salvini sta solo facendo campagna elettorale. Non c’è altro ed è estremamente irresponsabile che si maneggino questioni tanto fondamentali e così importanti per fare spot elettorali che tra l'altro si trasformano spesso in un boomerang". "Da qui in poi noi ne vedremo altre: dall’Albania alla manovra fino alla riforma istituzionale perché le intemerate di Salvini sono tutte questioni che afferiscono alla campagna elettorale per le elezioni europee", ribadisce avvertendo che come quest'atteggiamento proprio in termini elettorali non porti grandi frutti:" ne sono stato anche testimone diretto, quando tu comunichi troppo e realizzi poco alla fine ti sembra di maturare un consenso ma è un consenso molto scivoloso che poi la delusione arriva e la gente si arrabbia", conclude. Sulla Sanità "stiamo discutendo da un mese di una proposta su cui il Pd è più o meno d'accordo, il M5s non è completamente d'accordo ma siccome il Pd senza i 5 stelle non fa nulla questa roba è ferma", ha affermato ancora Carlo Calenda al forum Adnkronos. Un emendamento comune in manovra sulla Sanità "io lo auspicherei. Ma non so che sta succedendo. Abbiamo fatto 28 riunioni ma siamo sempre fermi al punto che il M5s ha una idea diversa e il Pd non può fare una cosa diversa. Il M5s è quello che detta la linea", ha spiegato il leader di Azione. Il Pd è ostaggio del M5s? "Così mi sembra", ha replicato. Il leader di Azione Carlo Calenda all'Adnkronos - Foto Calenda ha parlato anche dell'accordo sui gruppi parlamentari dell'ex Terzo polo, dopo il Senato, che è stato raggiunto con Italia viva "anche alla Camera". "Alla Camera dovrebbe accadere quello che è successo al Senato ma a parti invertite. Noi abbiamo più deputati e la continuità del Gruppo - ha spiegato il leader di Azione - Sono felice che questa cosa arrivi a una fine concordata, al Senato è stato fatto un buon lavoro dagli organi di presidenza. Fine". L'accordo sui migranti con l'Albania "è Bingo per i Paesi europei, è la rinuncia ad avere una redistribuzione europea. Tra l'altro c'era un accordo che prevedeva fino a 10mila ricollocamenti, questa cosa è saltata", ha sottolineato Calenda. "Nel momento in cui noi diciamo, non chiediamo la redistribuzione ma ce la gestiamo per conto nostro questi Paesi sono tutti contenti", ha aggiunto il leader di Azione. Ma qual è l'asticella che ha messo per Azione alle prossime europee? "Non lo faccio mai più. A Roma ho detto vincere. Quando ho preso il 20% mi sono depresso, mentre eravamo il primo partito. Alle politiche ho detto il 10%, per una cosa nata in 45 giorni, e l'8% è passato per una sconfitta. Invece è stato un miracolo". "L'asticella per me è l'obiettivo di lungo periodo di mettere il bipolarismo in stallo per costruire un programma serio, se no il Paese è fregato", ha sottolineato il leader di Azione spiegando: "Io non mi vorrei candidare, vengo dal Parlamento europeo e dire che torno a fare il parlamentare europeo per non farlo non mi piace. Ma se si candideranno tutti i leader toccherà anche a me, ma non vorrei". Calenda ha parlato anche di Roma e dell'operato del sindaco Gualtieri. Ancora sul balconcino? ''A me sembra così, poi è molto difficile giudicare l'operato. In due anni non vedo un miglioramento che è uno, tranne l'apertura di molti cantieri del Giubileo sulle strade. E' molto difficile per me giudicare se questi cantieri siano stati aperti in modo intelligente o meno perché non ho la pianificazione, non la conosco. E' un fatto molto rilevante che Gualtieri non comunichi con la città, comunichi pochissimo quindi le persone non sentono di avere un sindaco''. ''Al di là degli aspetti comunicativi i problemi sono strutturali: l'Ama che deve andare in Acea per avere una gestione più moderna, il fatto che Atac così come è non regge, che i vigili urbani continuano a stare dentro gli uffici. E questa carne viva non viene toccata perché c'è un consenso da gestire, un consenso molto rilevante perché più si abbassa la percentuale dei votanti, alle regionali e alle amministrative, e più il voto rilevante è quello organizzato, dei sindacati e dei Caf. Di fatto tutto voto organizzato e quello Gualtieri non riesce a toccarlo. A due anni il mio giudizio non può essere che molto negativo'', ha affermato Calenda. "Tutta la chiacchiera di Gualtieri di dare più poteri ai Municipi è inesistente, a Ostia hanno appena levato la responsabilità sugli arenili. Ostia, l'area marittima non il retro Ostia, deve diventare un comune indipendente perché un comune marittimo ha delle logiche completamente diverse da quelle cittadine. Ostia non può essere seguita come dovrebbe perché è un pezzo di un'amministrazione gigantesca. In confronto a Ostia, Fiumicino è gestita cento volte meglio'', ha detto quindi Calenda.