Roma, 14 nov. (Adnkronos) - ''Auspichiamo maggiori investimenti in ricerca, sviluppo e formazione così da evitare di aggiungere e prevedere ulteriori tasse e costi per cittadini e imprese. Mi riferisco in particolare al sistema di tassazione ETS applicato al solo trasporto marittimo, in vigore da gennaio 2024, che rappresenta un esempio di scelte opinabili e discutibili, dannose per l’Europa stessa''. Lo sottolinea il presidente di Alis, Guido Grimaldi, in occasione dell'assemblea dell'assemblea generale. ''Infatti l’ETS rischia purtroppo di compromettere e vanificare gli sforzi ed i risultati raggiunti finora dagli armatori, ad esempio attraverso le virtuose Autostrade del Mare, che proprio l’Europa ha voluto fortemente incentivare negli ultimi anni con l’obiettivo di sottrarre i camion dalle strade e ridurre le emissioni inquinanti'', prosegue Grimaldi. ''Nel solo 2022 il traffico di merci Ro-Ro nei porti italiani è stato pari a circa 121 milioni di tonnellate, confermando il ruolo leader del nostro Paese per le Autostrade del Mare e per i collegamenti con le isole -prosegue Grimaldi-. Questa ipertassazione potrebbe invece determinare un rischio di back shift modale facendo fare all’Italia un balzo indietro di 30 anni con un ritorno di milioni di camion sulle nostre autostrade con un preoccupante aumento dell’inquinamento e dell’incidentalità. Senza dimenticare inoltre la distorsione della concorrenza modale che si potrebbe generare, in quanto dal 2024 l’ETS non sarà applicato a tutte le modalità di trasporto ma solo al settore marittimo''. ''Si tratta di una tassa europea che infatti andrebbe a colpire con un’incidenza minima del solo 7,5% le emissioni globali del trasporto marittimo, senza però considerare il restante 92,5% -prosegue Grimaldi-. Pertanto un simile sistema, che purtroppo colpisce un’unica modalità di trasporto in una circoscritta area del mondo, non permetterà a nostro avviso di raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione verso cui noi tutti siamo orientati''. ''L'Ets è una nuova ipertassazione che partirà dal primo gennaio 2024 e che andrà a gravare sugli armatori che poi dovranno a loro volta farla ricadere sui cittadini italiani e sulle imprese che utilizzeranno le vie del mare. Questo non è un aspetto positivo'', continua Grimaldi. ''Questa ipertassazione che è fatta al fine di ridurre le emissioni di CO2 -spiega Grimaldi, oggi viene fatto solo al mondo marittimo, creando una distorsione della concorrenza modale. Chiediamo che ci sia più trasparenza sulle decisioni europee. Noi abbiamo fatto della sostenibilità il nostro cavallo di battaglia e dobbiamo lavorare per una transazione ambientale, ma non si può pensare di danneggiare le imprese e cittadini che andranno a pagare questa tassa in un momento in cui non ci sono le tecnologie che permettono una totale decarbonizzazione''.