(Adnkronos) - I dati del primo report dell'Osservatorio Casa Abbordabile promosso da Ccl, Delta Ecopolis e Politecnico di Milano indicano che a Milano, dal 2015 ad oggi, i prezzi delle case sono cresciuti in media di oltre il 40%. Parallelamente, gli stipendi di operai e impiegati sono aumentati soltanto tra il 3% e il 7%. Il caro casa non riguarda solo il capoluogo lombardo, ma essendo la città italiana dove i prezzi sono più elevati, gli ulteriori aumenti registrati dall'Osservatorio evidenziano una crescente maggiore difficoltà per i cittadini nel poter acquistare casa a Milano. Specie considerando che il 57% dei contribuenti milanesi dichiara un reddito annuo inferiore a 26 mila euro e il 34% dichiara un reddito inferiore a 15 mila euro. Senza contare che oltre all'aumento del prezzo di acquisto si segnala anche una crescita media dei canoni d'affitto pari al 22%. Dunque, i prezzi di accesso alla casa a Milano risultano per molti cittadini davvero onerosi, per non dire proibitivi. E questo non riguarda solo i quartieri centrali o residenziali più di lusso, ma sempre più anche aree metropolitane semiperiferiche, spingendo in tal modo i lavoratori a reddito medio e basso a cercare casa in periferia o fuori città. In numeri, la situazione delineata dall'Osservatorio Casa Abbordabile vede nel complesso i prezzi delle abitazioni crescere circa tre volte più rapidamente dei redditi, gli affitti quasi due volte. Entrando nel dettaglio delle retribuzioni di impiegati e operai, che rappresentano il 61% dei lavoratori milanesi, i prezzi delle case crescono oltre 13 volte più rapidamente degli stipendi degli operai e quasi 6 volte di quelli degli impiegati. I canoni di locazione crescono rispettivamente 7 e 3 volte più velocemente. Il punto di svolta del mercato immobiliare milanese è stato l'anno dell'Expo 2015 che ha portato a importanti modifiche sociali, economiche ed urbanistiche nell'area cittadina e immediati dintorni. Ad esempio, osservando i dati di edilizia residenziale pubblica si nota che dal 2015 al 2021 nel Comune di Milano sono stati richiesti permessi di costruire da enti pubblici per soli 196 alloggi, con una conseguente offerta assolutamente non adeguata alla domanda. Si pensi che nel solo 2022 a fronte di 36.946 domande di nuclei familiari sono stati assegnati solo 1.297 alloggi. Discorso simile per i permessi di costruire per alloggi di tipo cooperativi, scesi dal 37% del totale del 2012 a quasi zero nel 2015 e poi risaliti leggermente fino al 12% attuale. Il boom del caro casa e il contemporaneo livellamento degli stipendi dei lavoratori è stato tradotto dall'Osservatorio nelle possibilità abitative ovvero nell'indice dei metri quadri teoricamente abbordabili. Da cui si scopre che, ad esempio, un impiegato con retribuzione media annua lorda di 29.219 euro, a Milano potrebbe permettersi un'abitazione di appena 16 mq in un quartiere del centro città, praticamente una camera da letto, che salgono (si fa per dire) a 23 mq in una casa ubicata in zona semicentrale e, al massimo, 40 mq negli altri quartieri cittadini. Situazione ancora meno confortante per un operaio che, con la sua retribuzione annua media lorda calcolata in 16.920 euro, potrebbe permettersi di acquistare 12 mq nel centro storico, 17 mq in zona semicentrale e 30 mq nel resto della città. Dunque, in definitiva, l'attuale condizione economica di molti lavoratori non è sufficiente per permettersi di acquistare una casa a Milano.