Roma, 23 ott. (AdnKronos) - "Credo che il Movimento Cinque Stelle abbia fallito la promessa con il suo elettorato. Avevano promesso di rinnovare la politica italiana, ma la politica la si rinnova sporcandosi le mani, non ritirandosi sull'Aventino e rifiutandosi di parlare con gli altri". Lo dice il sottosegretario alle Riforme e ai Rapporti con il Parlamento Ivan Scalfarotto, ospite di Adnkronos Incontri. "Ora -prosegue- per l'elezione dei giudici costituzionali la regola richiede che si raggiunga una maggioranza amplissima, i tre quinti dei componenti del Parlamento, proprio perché si tratta di organi di garanzia. Se non si comprende neanche che la partecipazione all'individuazione degli organi di garanzia non è un compromesso morale e che trattare con il Pd sul giudice costituzionale non è sporcarsi le mani, ma collaborare alla gestione della cosa pubblica, che è ciò che deve fare un partito politico...". "Aspetto di vedere -aggiunge- cosa farà il Movimento Cinque Stelle, che è una forza politica legittimata da milioni di italiani. Ma questi voti di così tanti nostri concittadini devono entrare nell'energia collettiva che serve a gestire questo Paese. Se restano da una parte, con un'aria di superiorità, che mi ricorda la vecchia sinistra perdente, di chi dice noi siamo migliori, non ci sporchiamo le mani con voi mafiosi e disonesti...". "Io -sottolinea Scalfarotto- faccio politica per passione, e tutto mi sento di essere tranne che un mafioso o una persona meno che integra e sentirmi dire cose mi fa pensare a come si possa lavorare insieme... Qui si tratta di dire: la Corte Costituzionale è a garanzia di tutti, troviamo dei un nome, dei nomi che funzionino per tutti". "Loro hanno delle proposte? Ascoltiamole. Sono proposte su persone di livello? Benissimo. La stessa cosa vale per il Csm. Però -conclude- finché ci sarà questo atteggiamento di presunta superiorità morale e di separazione totale penso che continueranno a perdere voti. Perché, di fatto, non incidono sulla realtà". Unioni omosessuali - Parlando delle coppie di fatto e delle unioni omosessuali, Scalfarotto difende la decisione del sindaco di Roma, Ignazio Marino, sulla trascrizione dei matrimoni fra gay contratti all'estero: "Siamo in un vuoto normativo che grida allo scandalo". "Siamo l'unico Paese -aggiunge- in cui le unioni omosessuali tra due persone che si amano, hanno un progetto di vita insieme, pagano regolarmente le tasse, non sono normate in nessuna maniera. Questo vuoto normativo crea confusione: i sindaci sono l'autorità politica più vicina ai cittadini e si trovano pressati da un bisogno irrefrenabile da parte delle loro comunità". Scalfarotto non ha dubbi: "Bisogna che il Parlamento decida". La Leopolda - A proposito degli appuntamenti coincidenti a sinistra, l'appuntamento dem e la manifestazione Cgil, Scalfarotto annuncia "Io andrò a Firenze, come ormai da molti anni. Sono un habitué della Leopolda da tempi non sospetti". Per il sottosegretario alle Riforme e ai Rapporti con il Parlamento non c'è il rischio che il partito si spacchi tra l'anima di governo e quella della sinistra 'di lotta'. "Il Pd - afferma - sta mantenendo la promessa fatta alla sua fondazione. Il Pd era la scommessa legata al cambio di millennio, alla vocazione maggioritaria, come diceva Veltroni: una nuova formazione molto inclusiva aldilà delle tradizioni novecentesche, senza doversi vergognare di essere stati comunisti o democristiani, che peraltro avevano fatto la Costituzione". Legge elettorale - "Vogliamo una legge elettorale - afferma Scalfarotto - che dica subito chi ha vinto e che garantisca governi che durino cinque anni. Al termine dei cinque anni nessuno può tornare dall'elettorato e dire 'non mi hanno lasciato fare'. Il premio alla lista assicura maggiore responsabilità perché assicura 'accountabuility', porta ad un bipartitismo, incoraggia le forze a fondersi in partiti ampi". Riforme - "Dobbiamo metterci d'accordo: c'è chi attacca il governo perché annuncia e fa poco, altri dicono che utilizziamo troppo la decretazione d'urgenza - continua Scalfarotto - Bisogna intendersi: stiamo facendo le riforme istituzionali proprio per garantire che le decisioni importanti siano prese in modo efficiente. In questo momento i Regolamenti parlamentari sono estremamente farraginosi. Oggi per fare le cose e 'consegnare' al cittadino il prodotto, purtroppo la via maestra, per le parti in cui è possibile, è il decreto".