- "Purtroppo ci sono delle divisioni tra chi ha un lavoro, chi non ce l'ha e chi rischia di perderlo. E allora dobbiamo cercare di unire il Paese nel difendere gli interessi di tutti, questo è importante". Il presidente del Senato Piero Grasso, interviene così da Bari sulle possibili divisioni nel mondo del lavoro di cui ha parlato lunedì il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Damiano: "Abbassare i toni e modificare il Jobs Act" - Intanto un invito ad ''abbassare i toni" arriva dall'ex ministro e attuale presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano. "Non voglio seguire Renzi né Poletti sulla strada delle polemiche o dello scontro - dice Damiano ai microfoni di Radio Città Futura - in questo momento è necessario trovare una soluzione, come si è sempre fatto nel rapporto tra Parlamento, partiti e governo''. E per trovarla secondo Damiano bisogna "fare critiche di merito, è inutile fare un braccio di ferro su questi temi. La Banca d'Italia - ricorda - ha detto di fare attenzione a mettere il Tfr in busta paga, perché può compromettere i fondi pensione pensati proprio per i giovani, per aggiungere una pensione privata a quella pubblica''. Insomma per l'esponente Pd alcune modifiche al Jobs Act andrebbero fatte, per questo ''spero che non ci sarà bisogno di mettere la fiducia, così come spero che ci siano dei cambiamenti al testo. Si tratta solo di farlo con misura e di non mettere in discussione la linea di marcia del governo''. Delrio: "Il Jobs Act è di sinistra" - Dall'esecutivo il sottosegretario Graziano Delrio torna a ribadire che "il lavoro per noi è una ossessione e siamo convintissimi di fare una cosa di sinistra, una riforma del lavoro di sinistra, di grande protezione sociale, molto dedicata all'ingresso nel lavoro dei giovani". Ed è proprio il lavoro giovanile a premere di più all'esecutivo: "Abbiamo fatto un punto con Renzi perché entrambi vogliamo capire se la garanzia giovani sta funzionando e lo vogliamo capire non dal racconto dei dirigenti ma andando a vedere nei centri di impiego se hanno fatto i colloqui. Ogni settimana - fa sapere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - mi faccio dare un report, non è pensabile che il principale strumento di lavoro per i giovani non funzioni, gli strumenti ci sono ma devono essere usati, me ne frego se ci sono i soldi e i ragazzi non trovano il lavoro".