Dimissioni Napolitano, nota del Quirinale: esclusiva responsabilità del Capo dello Stato
Roma, 9 nov. (AdnKronos) - Trascorse poco più di 24 ore dalle prime indiscrezioni sulle possibili dimissioni di Giorgio Napolitano tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo, il Quirinale rompe il silenzio. Lo fa con una nota ufficiale in cui non smentisce né conferma "nessuna libera trattazione dell’argomento sulla stampa". Ricorda "limiti e condizioni" con i quali accettò la rielezione. E assicura che le scelte del capo dello Stato saranno sua "esclusiva responsabilità" e di esse verrà data "naturalmente ampia motivazione alle istituzioni, all’opinione pubblica, ai cittadini".
"I giornali -si legge nella nota- hanno dato ampio spazio a ipotesi e previsioni relative alle eventuali dimissioni del Presidente della Repubblica. In realtà, i termini della questione sono noti da tempo. Il Presidente della Repubblica, nel dare la sua disponibilità –come da molte parti gli si chiedeva– alla rielezione che il 20 aprile 2013 il Parlamento generosamente gli riservò a larghissima maggioranza, indicò i limiti e le condizioni – anche temporali – entro cui egli accettava il nuovo mandato. Ciò non gli ha impedito e non gli impedisce di esercitare nella loro pienezza tutte le funzioni attribuitegli dalla Costituzione, tenendo conto anche della speciale circostanza della Presidenza italiana del semestre europeo".
"La Presidenza della Repubblica non ha pertanto né da smentire né da confermare nessuna libera trattazione dell’argomento sulla stampa. E restano esclusiva responsabilità del Capo dello Stato -conclude la nota- il bilancio di questa fase di straordinario prolungamento, e di conseguenza le decisioni che riterrà di dover prendere. E delle quali come sempre offrirà ampia motivazione alle istituzioni, all’opinione pubblica, ai cittadini".
Commenti - Intanto nel mondo politico si susseguono le reazioni dopo le indiscrezioni circolate in queste ore. "Non usiamo il tema del capo dello Stato per fare pressioni sulle forze politiche, intanto ce lo teniamo stretto e lo ringraziamo", ma le modalità di un avvicendamento al Quirinale "non possono essere oggetto di trattativa tra i partiti", afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. "Una convergenza da parte di tutte le forze politiche", compreso il Movimento 5 stelle, per individuare un nuovo capo dello Stato "sarebbe un grande risultato -aggiunge l'esponente dell'esecutivo- Auspichiamo che ci sia questo esercizio di bene comune".
"Napolitano dovrebbe restare al Quirinale fino alla fine del mandato, perché garanzia di terzietà a tutti i cittadini italiani -sottolinea invece il ministro dell'Interno Angelino Alfano- Ma io ho grande rispetto di ogni sua determinazione, quindi non intendo parlare di ciò che accadrà, nel caso dovesse dimettersi".
E naturalmente impazza già il 'toto-successore' alla ricerca di un nome in grado di raccogliere un ampio consenso, dopo lo stallo che portò alla necessità di chiedere a Napolitano di accettare la rielezione. Si torna così a parlare di Romano Prodi, che nella primavera del 2013 fu impallinato dai famosi 101 franchi tiratori. E poi Walter Veltroni, il sindaco di Torino Piero Fassino, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, candidato renziano nel 2013 e che ha lanciato segnali al Movimento 5 stelle, che potrebbe a sua volta riproporre Stefano Rodotà. In pista potrebbero entrare anche Sergio Mattarella, giudice costituzionale e padre del 'Mattarellum', e il giudice costituzionale uscente Sabino Cassese.
Naturalmente emergono anche candidature femminili: la presidente della Camera, Laura Boldrini, il giudice della Consulta Marta Cartabia, il ministro della Difesa, Roperta Pinotti, la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro e l'ex ministro degli Esteri Emma Bonino
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