Fuksas: "A Tor Sapienza è guerra tra poveri, non si fa nulla per periferie"
L'architetto, fare il sindaco a Roma in questo contesto è quasi impossibile
Roma, 14 nov. (AdnKronos) - Le periferie metropolitane, nelle quali si sviluppano tensioni sociali tra immigrati ed italiani, sono zone isolate, prive di collegamenti con il resto della città, e la volontà di intervenire "continua ad essere estremamente verbale e non pratica. Da anni non si fa nulla e non si è fatto nulla per anni. Comunque fare il sindaco a Roma, in questo contesto, è quasi impossibile". A parlare così è l'architetto Massimiliano Fuksas che, conversando con l'Adnkronos, mette in rapporto il degrado urbanistico in cui versano realtà cittadine come Tor Sapienza e le tensioni di questi giorni. "E' chiaro, ed e sotto gli occhi di tutti, che non si fa nulla. Ovviamente - sottolinea l'architetto- l'isolamento e la segregazione porteranno ad una guerra tra poveri, che già si è vista nelle periferie di Parigi e di Londra. E' tutto scritto".
Zone urbane come Tor Sapienza dimostrano come il "mondo dei lottizzatori non è mai morto. La lottizzazione privata mira a far realizzare i servizi dalla comunità cercando soltanto di cogliere i profitti dalla vendita degli appartamenti". La riflessione di Fuksas si allarga anche alla costruzione del nuovo stadio della Roma che dovrebbe sorgere a Tor di Valle: "Di solito uno stadio è pensato dal governo o dal comune. Qui invece i privati realizzano lo stadio, facendo un favore alla comunità, in cambio di possibili benefici di edificazione. La comunità e lo Stato non fanno il loro mestiere".
La chiave di volta per uscire da questa situazione di stallo, per Fuksas, è in mano allo Stato che deve tornare a scrivere le regole dello sviluppo urbano. Evitando la nascita di nuovi ghetti: "La palla non è più in mano ai comuni -dice Fuksas - ma al governo che deve stabilire le regole del gioco con una legge sull'edilizia. Non esiste, infatti, una legge che consenta che il settore pubblico e quello privato lavorino insieme".