Roma, 18 nov. (AdnKronos) - "Ci sono migliaia di appartamenti vuoti, che restano inutilizzati, credo che occupare le case sfitte, pubbliche o private, sia un atto legittimo di riappropriazione sociale, come facevano i nostri nonni negli anni '50 che occupavano le terre incolte: solo grazie alle occupazioni delle terre è stato sconfitto il latifondismo". Francesco Caruso, esponente del movimento no-global del sud Italia, difende a spada tratta le occupazioni, un fenomeno che conosce molto bene. E subito mette un punto fermo: no alla guerra tra poveri. "Non si tratta di occupare case assegnate ad altre famiglie - spiega all'Adnkronos - ma attaccare i grandi palazzinari che lasciano vuoti questi appartamenti per speculare sui prezzi". Quello che avviene a Milano, però, è un caso a sé in tutto il panorama delle occupazioni in Italia. "Come nel Nord Europa, in Germania, Olanda e Inghilterra, a Milano c'è più un fenomeno di 'squat'. A Napoli e Roma, invece, i movimenti di lotta per la casa si rivolgono alle famiglie senza casa". Su questo fronte, dice Caruso, "a Roma c'è l'esperienza più avanzata, il Movimento per il diritto all'abitare, che gestisce migliaia di appartamenti occupati. Sulla stessa linea, a Napoli c'è la campagna 'Magnammece o Pesone'. In questo caso però, si cerca di aprire vertenze, anche per ottenere un riconoscimento". L'obiettivo, spiega Caruso, spesso è di arrivare "all'acquisto da parte del pubblico di immobili abbandonati per poi darli alle famiglie bisognose con un canone sociale". Gli squatter di Milano, invece, spiega Caruso, sono giovani, single, precari. Non fanno vertenze ma la loro attività è più "una via di mezzo tra il centro sociale e le casa occupata". Caruso cita anche l'esperienza di Cosenza, dove c'è la campagna 'Prendo casa', che ha occupato diversi stabili, molti dei quali sono stati anche legalizzati dall'amministrazione locale. La struttura occupata più vasta è un convento di suore rimasto inutilizzato. "Il patrimonio immobiliare della Chiesa è immenso e spesso non ci abita nessuno, sottolinea Caruso. Che conclude: "D'altronde Papa Francesco non dice forse di aprire le porte delle chiese ai bisognosi?".