Roma, 30 nov. (AdnKronos) - "Nel mondo di oggi si levano con forza voci che non possiamo non sentire e che domandano alle nostre Chiese di vivere fino in fondo l’essere discepoli del Signore Gesù Cristo. La prima di queste voci è quella dei poveri. Nel mondo, ci sono troppe donne e troppi uomini che soffrono per grave malnutrizione, per la crescente disoccupazione, per l’alta percentuale di giovani senza lavoro e per l’aumento dell’esclusione sociale, che può indurre ad attività criminali e perfino al reclutamento di terroristi". Così papa Francesco nel discorso rivolto al Patriarca Bartolomeo I, nella chiesa patriarcale di San Giorgio a Istanbul. "Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle voci di questi fratelli e sorelle", ha ammonito il Pontefice. "Essi ci chiedono non solo di dare loro un aiuto materiale, necessario in tante circostanze, ma soprattutto che li aiutiamo a difendere la loro dignità di persone umane, in modo che possano ritrovare le energie spirituali per risollevarsi e tornare ad essere protagonisti delle loro storie. Ci chiedono - ha aggiunto - inoltre di lottare, alla luce del Vangelo, contro le cause strutturali della povertà: la disuguaglianza, la mancanza di un lavoro degno, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi". "Come cristiani - ha proseguito papa Bergoglio - siamo chiamati a sconfiggere insieme quella globalizzazione dell’indifferenza che oggi sembra avere la supremazia e a costruire una nuova civiltà dell’amore e della solidarietà". Francesco dunque oltre alla povertà richiama una seconda voce "che grida forte": "quella delle vittime dei conflitti in tante parti del mondo". La loro voce "ci spinge a procedere speditamente nel cammino di riconciliazione e di comunione tra cattolici ed ortodossi. Del resto, come possiamo annunciare credibilmente il messaggio di pace che viene dal Cristo - si è domandato -, se tra noi continuano ad esistere rivalità e contese?". Poi , sempre rivolto agli ortodossi, il Pontefice ha fatto osservare che "il ristabilimento della piena comunione" tra cattolici e ortodossi "non significa né sottomissione l'uno dell'altro, né assorbimento, ma piuttosto accoglienza di tutti i doni che Dio ha dato a ciascuno per manifestare al mondo intero il grande mistero della salvezza realizzato da Cristo Signore per mezzo dello Spirito Santo". E ancora: "Voglio assicurare a ciascuno di voi che, per giungere alla meta sospirata della piena unità, la Chiesa cattolica non intende imporre alcuna esigenza, se non quella della professione della fede comune, e che siamo pronti a cercare insieme. L'unica cosa che la Chiesa cattolica desidera e che io ricerco come Vescovo di Roma - ha precisato - è la comunione con le Chiese ortodosse". "No a un Medio Oriente senza cristiani". Francesco e Bartolomeo I firmano una dichiarazione congiunta - "Non possiamo rassegnarci a un Medio Oriente senza i cristiani, che lì hanno professato il nome di Gesù per duemila anni. Molti nostri fratelli e sorelle sono perseguitati e sono stati costretti con la violenza a lasciare le loro case. Sembra addirittura che si sia perduto il valore della vita umana e che la persona umana non abbia più importanza e possa essere sacrificata ad altri interessi. E tutto questo, tragicamente, incontra l’indifferenza di molti", affermano in una dichiarazione congiunta, firmata oggi a Istanbul, Francesco e il Patriarca ecumenico Bartolomeo I. "Promuovere dialogo costruttivo con l'Islam" - "Le grandi sfide che ha di fronte il mondo nella situazione attuale, richiedono la solidarietà di tutte le persone di buona volontà. Pertanto, riconosciamo l’importanza anche della promozione di un dialogo costruttivo con l’Islam, basato sul mutuo rispetto e sull’amicizia", dicono insieme Francesco e Bartolomeo I nella dichiarazione congiunta che, insieme, esortano "tutti i leader religiosi a proseguire e a rafforzare il dialogo interreligioso e a compiere ogni sforzo per costruire una cultura di pace e di solidarietà fra le persone e fra i popoli". La preghiera per la pace in Ucraina - "Ricordiamo anche tutti i popoli che soffrono a causa della guerra - è l'appello del Papa e Bartolomeo I -. In particolare, preghiamo per la pace in Ucraina, un Paese con un’antica tradizione cristiana, e facciamo appello alle parti coinvolte nel conflitto a ricercare il cammino del dialogo e del rispetto del diritto internazionale per mettere fine al conflitto e permettere a tutti gli Ucraini di vivere in armonia".